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La crisi dei rifiuti costerà all’Italia 20 milioni. Lo dice l’Ue

A causa dell’inesatta applicazione della direttiva 'rifiuti' in

Pubblicato:16-07-2015 15:11
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:27

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rifiuti campaniaA causa dell’inesatta applicazione della direttiva ‘rifiuti’ in Campania, l’Italia è condannata a pagare una somma forfettaria di 20 milioni ed una penalità di 120mila euro per ciascun giorno di ritardo. Lo ha deciso la Corte di giustizia europea del Lussemburgo. Lo Stivale avrebbe dimostrato “notevoli carenze nella capacità della regione Campania di smaltire i propri rifiuti”, si legge tra le motivazioni, che proseguono puntando il dito contro “la grave insufficienza a livello regionale”, che “può compromettere la rete nazionale di impianti di smaltimento dei rifiuti, la quale cesserà così di presentare il carattere integrato e adeguato richiesto dalla direttiva”.

“Ciò- rincara la dose la Corte Ue- può compromettere seriamente la capacità dell’Italia di perseguire l’obiettivo dell’autosufficienza nazionale nello smaltimento dei rifiuti“.

La direttiva relativa ai rifiuti ha l’obiettivo di proteggere la salute umana e l’ambiente. Gli Stati membri hanno il compito di assicurare lo smaltimento e il recupero dei rifiuti, nonché di limitare la loro produzione, in particolare promuovendo tecnologie pulite e prodotti riciclabili e riutilizzabili. Essi devono in tal modo creare una rete integrata ed adeguata di impianti di smaltimento, che consenta all’Unione nel suo insieme e ai singoli Stati membri di garantire lo smaltimento dei rifiuti.


L’Italia ha trasposto la direttiva ‘Rifiuti’ nel 2006 e, per quanto riguarda la regione Campania, una legge regionale ha definito 18 zone territoriali omogenee in cui si doveva procedere alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti urbani prodotti nei rispettivi bacini.

In seguito ad una situazione di crisi nello smaltimento dei rifiuti manifestatasi nella regione Campania nel 2007, la Commissione europea ha proposto un ricorso per inadempimento contro l’Italia, imputandole la mancata creazione, in quella regione, di una rete integrata ed adeguata di impianti atta a garantire l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti sulla base del criterio della prossimità geografica. La Commissione riteneva infatti che tale situazione rappresentasse un pericolo per i cittadini. Inoltre, ha riferito che tra il 2010 e il 2011 sono stati “segnalati più volte problemi di raccolta dei rifiuti in Campania, che si sono conclusi con l’accumulo per diversi giorni di tonnellate di rifiuti nelle strade di Napoli e di altre città della Campania”. Le sei milioni di tonnellate di , conclude con preoccupazione la Corte.

Di Roberto Antonini – Giornalista Professionista

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