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Bologna a 30 km/h, associazioni esultano. Ma è già pronta la manifestazione dei contrari

Il sindaco Lepore: "All'inizio ero scettico, ma i risultati ci sono"

Pubblicato:16-01-2024 17:49
Ultimo aggiornamento:16-01-2024 17:51
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bologna città 30
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BOLOGNA – Primo giorno di Bologna città con il limite di 30 km/h, pena le multe. I pro “rivoluzione gentile” esultano, mentre gli oppositori del provvedimento preparano già una manifestazione sotto al Comune.

IL COMMENTO DEL SINDACO MATTEO LEPORE

“Abbiamo già notato un rallentamento complessivo” con la sperimentazione, spiega il sindaco Matteo Lepore. .”E’ chiaro che le sanzioni saranno uno strumento ulteriore di sensibilizzazione, ma potremo fare un primo bilancio tra un anno, non certo nei primi giorni”. “Poi- sottolinea Lepore- l’indicatore di risultato per noi sono non tanto le multe ma il numero di incidenti, di persone ferite e di morti: a Bologna l’anno scorso 23, l’anno prima 23 e sono numeri importanti”.

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“All’inizio ero scettico quando la proposta mi è stata presentata”, ammette il primo cittadino. Ma poi, come dimostrano i provvedimenti simili già adottati in altre città europee, “i risultati ci sono”. In tutte le città europee “dove si è applicata, questa cosa ha funzionato. Io all’inizio ero scettico quando la proposta mi è stata presentata”, afferma il primo cittadino ai microfoni di Radio24: ma i dubbi sul provvedimento sono spariti “avendolo sperimentato personalmente per un anno e avendo visto i risultati in tutte le città europee”. Insomma, “noi non siamo i primi” ad adottare questa misura e ci sono dei precedenti che fanno ben sperare, sottolinea Lepore: “Innanzitutto all’inizio si fa un po’ fatica, ma poi i risultati ci sono”.

“NO CITTÀ 30”: VENERDÌ MANIFESTAZIONE DAVANTI AL COMUNE

In piazza contro la Città 30, con una manifestazione organizzata per venerdì davanti al Comune: l’iniziativa è annunciata dal movimento Una Bologna che cambia e la Lega segnala la propria adesione. L’appuntamento diffuso sui social è per le 18.30 in piazza Maggiore: “No alla zona 30”, scrivono i promotori. “Noi ci saremo. Ci vediamo in piazza”, fa sapere il Carroccio tramite una dichiarazione del segretario cittadino Cristiano Di Martino e del consigliere comunale Matteo Di Benedetto. “Come da programma, sono già arrivate le prime multe della Città 30 a persone che andavano anche ai 39 orari. Il sindaco Matteo Lepore e il Pd hanno cominciato a fare cassa a spese dei cittadini con la Città 30- affermano Di Martino e Di Benedetto- una misura su cui abbiamo chiesto dall’inizio, come Lega, un referendum. Si tratta di un cambiamento strutturale della viabilità di Bologna e, per questo, a nostro avviso, era ed è necessario che siano i bolognesi a decidere”. A oggi, però, “Lepore ha bocciato ogni richiesta di referendum. Dice no a uno strumento partecipativo e democratico su una decisione che impatta sulla vita di tutti i bolognesi, compresi coloro che vivono nei comuni della provincia. Per questo, venerdì saremo in piazza a manifestare contro questa misura e contro un sindaco che nega ai cittadini la possibilità di dire la loro e decidere”, concludono i due leghisti. “Il referendum sulla Città 30 sarebbe l’unico modo per dare realmente la parola ai cittadini su una decisione impopolare che rischia di esasperare sempre più gli animi tra categorie contrapposte”, afferma sempre dalla Lega il consigliere comunale Giulio Venturi.

In qualsiasi democrazia e tanto più nella città che si professa come la più progressista d’Italia- continua Venturi- non dovrebbero esserci problemi se la sinistra fosse convinta della bontà dell’azione intrapresa. La verità è che anche molte categorie e cittadini che hanno sempre votato a favore dei dem si stanno rivoltando contro e lo stesso Lepore non sa più come giustificarla. Basterebbero maggiori controlli e pattuglie in strada per salvare vite, tutto il resto è solo un modo per rimpinguare le casse di Palazzo D’Accursio“. Nel primo giorno di attuazione della Città 30 il sindaco Lepore “non è vicino ai suoi concittadini e ai dipendenti del Comune (di cui ha la delega) e nella fattispecie alla Polizia locale- dichiara Francesca Scarano del gruppo misto- perché impegnato in missione a Roma, come spiega una determina dirigenziale. Se fosse stato un altro tipo di sindaco avrebbe girato per la città, si sarebbe soffermato nei punti di controllo, insomma ci avrebbe messo la faccia ma si sa, certe situazioni avrebbero potuto creare imbarazzo e magari qualche parola di troppo sarebbe scappata”. In compenso la maggioranza “si diletta nel tessere le lodi di questa disposizione richiamando studi, esempi di città europee- continua Scarano- ma omettendo l’unico vero scopo: fare cassa sulla pelle dei bolognesi e non ed evitando un referendum che politicamente li condannerebbe. Mi aspetto dalla Giunta un report completo di questo primo giorno che riporti non soltanto le sanzioni comminate ma anche il numero di incidenti che si sono verificati in città”.

La Città 30 avrà “pesanti ricadute sulla già compromessa qualità del servizio del trasporto pubblico locale e sulle condizioni di lavoro degli autisti”, afferma infine l’Sgb: “Come è noto, il servizio è già pesantemente condizionato dalle deviazioni a causa della chiusura di via San Vitale e dei numerosi cantieri che già sono partiti o partiranno a breve nella nostra città. Questo a causa di un evidente scollamento tra le decisioni prese in materia di mobilità dal Comune e le risorse assegnata al Tpl”. Per il sindacato di base, “è del tutto evidente che, se tiri la coperta, si scopriranno i piedi a meno di non aggiungere del tessuto invece Tper pretende di offrire lo stesso servizio senza tenere in alcun conto le modifiche al tessuto urbano, da ultima la delibera che prevede che numerose strade cittadine vadano percorse a 30 all’ora”. In questo modo “i già esasperati cittadini dovranno aspettare tempi lunghissimi alle fermate per poter prendere un mezzo, con un aumento del conflitto e una probabile recrudescenza di casi di intemperanze- prevede l’Sgb- che rendono il lavoro dell’autista sempre più stressante e pericoloso, mentre i nuovi contratti sono sempre più al ribasso peggiorano le condizioni di lavoro e concedendo ‘elemosine’ lungi dal coprire anche minimamente l’aumento del costo della vita”. Temi al centro dello sciopero nazionale che l’Sgb e altri sindacati di base hanno proclamato per il 24 gennaio, con l’obiettivo di rivendicare “un rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri che renda dignità alla categoria”.

 E I ‘PRO 30’ ESULTANO: FINALMENTE, È RIVOLUZIONE GENTILE

“Oggi, finalmente, la Città 30 è diventata realtà anche a Bologna. È una rivoluzione gentile, con un obiettivo di civiltà: salvare vite umane”. Esultano le associazioni riunite nella sigla Bologna30, sostenitrici della campagna che ha trovato sponda nella delibera varata dal Comune.

La paura del cambiamento è comprensibile, ma la Città 30 è un modello di mobilità ben collaudato in tutta Europa- continua la nota- e non c’è ragione di spaventarsi. Di tutte le città europee che hanno intrapreso questo percorso (per citarne solo alcune: Lione, Bruxelles, Valencia, Bilbao, Bordeaux, Parigi, Helsinki, Barcellona) nessuna è tornata indietro, come osserva anche lo European data journalism network”. Nella prima città europea che ha adottato la misura, l’austriaca Graz, “il gradimento iniziale della proposta tra gli automobilisti era inferiore al 29%: ha superato l’80% nel corso di pochi anni. Anche a Bologna la miglior prova della validità della Città 30 sarà il tempo”, scommettono le associazioni. “E qual è il prezzo da pagare per avere più sicurezza, meno traffico, meno rumore e inquinamento? Secondo i dati di Polinomia, solo 12 secondi per tragitto. I principali assi di scorrimento, infatti- scrive Bologna30- mantengono il limite preesistente: non solo la tangenziale, ma anche i viali di circonvallazione e i principali assi viari. La circolazione in automobile non sarà penalizzata o impedita, come viene paventato, ma il traffico sarà più fluido e ci sarà spazio anche per muoversi con altri mezzi in sicurezza”. I pro 30, dunque, “festeggiano i passi realizzati verso una città più a misura delle persone e più attenta ai bisogni delle categorie più vulnerabili: bambini e bambine, persone anziane e disabili, pedoni e ciclisti, in attesa che si completino i tanti cantieri che miglioreranno la vita e il volto della città”.

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