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L’appello dei chirurghi al governo: “Sconcerto e preoccupazione per riorganizzazione Ssn”

"Già ora le divisioni chirurgiche italiane non sono in grado di svolgere la normale routine oncologica e non"

Pubblicato:15-12-2021 13:33
Ultimo aggiornamento:15-12-2021 13:33

MINISTERO DELLA SALUTE. INCONTRO PER EMERGENZA CORONAVIRUS
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ROMA – Il Collegio italiano dei chirurghi esprime “grande sconcerto e preoccupazione” per “le disposizioni emesse o in corso di imminente emissione in merito alla riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale (Ssn), prescindendo da quelle indirizzate a contrastare l’attuale pandemia da Covid-19”. Lo si legge in una lettera, a firma di Diego Foschi presidente del Collegio e di tutti i membri del consiglio direttivo, rivolta al presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi e al ministro della Salute Roberto Speranza.

“Le misure adottate e quelle progettate- chiariscono i chirurghi- sono focalizzate a potenziare la medicina sul territorio, troppo a lungo trascurata; appaiono perciò benemerite nel dare cura alle persone cronicamente malate ai loro domicili o in prossimità. Ma le stesse rischiano di essere inadeguate ove si voglia considerare che il sistema delle cure ospedaliere, già gravemente provato, è andato in crisi e oggi non riusciamo a dare una risposta valida a chi si rivolge a noi per una malattia in fase acuta. Il sistema ospedaliero, in particolare la chirurgia, è bisognoso di attenzione e di cure- sottolinea Foschi- Nei prossimi anni, al netto degli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sulla cronicità e dei consistenti impegni di spesa per la prevenzione e la terapia della patologia Covid-19, lo stanziamento del Fondo sanitario nazionale rispetto al PIL 2019 andrà addirittura a diminuire, creando i presupposti per un ulteriore aggravamento della situazione”.

“Già ora le divisioni chirurgiche italiane non sono in grado di svolgere la normale routine oncologica e non; le procedure chirurgiche inevase sono numerosissime e pensiamo che con le nuove direttive i tempi d’attesa aumenteranno e creeranno ulteriori disservizi alla popolazione. Per questo motivo- conclude la lettera- con un’unica voce malati e medici chirurghi vi chiedono di ascoltare le richieste di chi soffre e di chi opera per rilanciare l’Ospedale come centro di cura: non si muore solo di Covid“.


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