NEWS:

Religioni, predicatrice pentecostale: “Nessuna distinzione uomo-donna, né gerarchie”

SPECIALE DONNE E SPIRITUALITÀ | L'intervista a Susanna Giovannini, predicatrice e guida spirituale della Chiesa pentecostale

Pubblicato:15-07-2022 13:57
Ultimo aggiornamento:15-07-2022 14:09
Autore:

Susanna Giovannini,_chiesa pentecostale-min
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Puoi essere nessuno fuori, ma nella Chiesa sei qualcuno”. È il ritratto di un mondo spirituale di parità, privo di “qualsiasi distinzione uomo-donna e gerarchia” quello che Susanna Giovannini, predicatrice e guida spirituale della Chiesa pentecostale racconta, intervistata dalla Dire, per la rubrica ‘Donne e spiritualità’ insieme all’esperta Raffaella Di Marzio, psicologa delle religioni e direttrice del Centro studi Lirec.

“Il movimento è nato agli inizi del 1900 negli Usa e grazie agli immigrati è arrivato in Italia- spiega- ed è partito bene abolendo le distinzioni. Queste persone, contente di aver ricevuto questa esperienza evangelica, erano semplici, anche contadini, e tornati in Italia tutti potevano parlare di Dio, non c’era gerarchia né distinzione e questo fece scalpore”. Ed è proprio agli albori di questa storia che le donne ebbero un ruolo importante:Le prime donne pentecostali- sottolinea la predicatrice- sono ricordate per il grande ruolo che hanno svolto di paese in paese portando la parola di Dio, la Bibbia, aiutando i bimbi a leggere”.

Una miscela di preghiera e di vita sociale che Susanna Giovannini sperimenta ogni giorno a tempo pieno, anche come mamma e moglie, lavorando nella Chiesa di Cosenza dove c’è anche una mensa per i poveri, la distribuzione di spesa alimentare, e l’insegnamento ai giovani. Nella Chiesa pentecostale ha conosciuto suo marito e sua figlia dà una mano.


“Facciamo riferimento alla Pentecoste, a quando lo Spirito Santo scese su 120 persone, uomini e donne, riuniti insieme e si fa riferimento al versetto del profeta Gioele che dice ‘negli ultimi tempi lo Spirito Santo sarà riversato indistintamente, è per tutti'”, puntualizza per spiegare la fede fondante della Chiesa pentecostale che ancora oggi sconta diffidenza soprattutto in “paese fortemente maschilista e patriarcale” in cui c’è “resistenza culturale” a vedere una donna che predica e sale su un pulpito per celebrare un matrimonio. E non solo, non c’è un Papa: “Siamo tutti allo stesso livello e questo si è mantenuto nel corso del tempo anche con le difficoltà spesso legate alle chiese pentecostali e che hanno dovuto lottare contro una cultura che non voleva donne predicatrici”. È nato da dicembre scorso anche un gruppo di studio di ricercatrici, docenti e counselor della Facoltà pentecostale di scienze religiose: “Mancava questa ricerca di donne sulle donne, ci riuniamo e dibattiamo”. Quanto di questa chiesta fatta di eguaglianza si possa portare nel mondo cattolico dove non c’è altrettanta parità e si ha una struttura fortemente gerarchica, è difficile dirlo, “i dati ci dicono che la maggior parte delle persone che frequentano sono donne”, ricorda Giovannini e dunque forse la forza propulsiva del cambiamento può essere solo in mano loro.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it