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Mattarella ai futuri magistrati: “Siate responsabili, no individualismi”

Il presidente della Repubblica oggi in Quirinale ha incontrato i magistrati ordinari in tirocinio

Pubblicato:15-06-2023 11:23
Ultimo aggiornamento:15-06-2023 13:45

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ROMA – “L’evoluzione della società determina la nascita di sempre nuove domande di giustizia. Ad esse la Magistratura deve poter fornire una risposta, attraverso la sapiente attività di applicazione della legge, che va condotta lungo il binario dei principi e dei valori costituzionali. Per questo è necessario aver presente – come di recente ribadito dalle Sezioni Unite della Corte di cassazione – che interpretare le norme vuol dire riconoscerne l’esistenza e l’effettiva portata, con esclusione di qualunque funzione direttamente creativa“. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nel suo intervento al Quirinale in occasione dell’incontro con i magistrati ordinari in tirocinio.

“Nel quadro degli equilibri costituzionali, improntati alla divisione dei poteri, infatti, i giudici sono soggetti soltanto alla legge, nel senso che la legge ne rappresenta il fondamento e al contempo il limite. È un compito altissimo quello che tra qualche mese sarete chiamati a svolgere, nelle sedi che avete appena scelto. Da giudici o da pubblici ministeri dovrete prendere decisioni che incidono sulla vita delle persone, talvolta anche in maniera drammatica. Occorre che tale consapevolezza, accompagnata da un alto senso di responsabilità, vi guidi sempre nell’attività decisionale. Le vostre determinazioni devono essere governate dalla saggezza del diritto. Nessun timore di possibili reazioni di pubblica opinione o di interessi coinvolti ma attenta considerazione delle questioni, rifuggendo da ricostruzioni normative arbitrarie, dettate da impropri desideri di originalità o, peggio, di individualismo giudiziario”.

MATTARELLA A FUTURI MAGISTRATI: SOBRIETÀ E RISERVATEZZA NEI COMPORTAMENTI

“Il ruolo del magistrato si svolge nell’ambito di un sistema ordinamentale e si giova di continue occasioni di confronto dialettico all’interno delle articolazioni degli uffici giudiziari. A tal fine va sempre tenuto presente che la decisione rilevante è quella che l’autorità giudiziaria nel suo complesso sarà in grado di fornire, non solo quella del suo singolo attore. Questo deve aiutare da un lato a non personalizzare la decisione – mai accanimento per sostenere tesi precostituite – e deve indurre, dall’altro, a una approfondita valutazione del caso concreto per fornire alla decisione una elevata forza di resistenza nei vari gradi del giudizio: così trova espressione l’unicità dell’ordine giudiziario nel suo complesso”, spiega il presidente della Repubblica.


“In questo senso- prosegue Mattarella- la visione prospettica delle proprie iniziative è stata recentemente tradotta in un preciso obbligo giuridico per la Magistratura. Penso alle significative valutazioni prognostiche che devono guidare il pubblico ministero nell’esercizio dell’azione penale e il giudice nella successiva determinazione sull’eventuale rinvio a giudizio. In questa direzione, è possibile cogliere il valore della coerenza giurisprudenziale nell’interpretazione delle norme, che costituisce un importante strumento per dare attuazione al principio di uguaglianza dettato dall’art. 3 della Costituzione, che impone la parità di trattamento dinanzi alla legge nei casi simili.

“La prevedibilità della decisione acquista così la dovuta centralità e lungi dal costituire un ostacolo all’attività interpretativa ne rappresenta un valore aggiunto, perché rafforza la comprensibilità e, dunque, l’autorevolezza dell’azione giudiziaria. Costituendo, inoltre, una guida per i cittadini. Il ruolo svolto in questa direzione dalla Corte di cassazione è essenziale, in ragione della funzione di orientamento nell’interpretazione delle norme, che deve essere sempre coerente e riconoscibile. Il confronto con la giurisprudenza di legittimità è per voi, giovani magistrati, come per tutti, una guida e una chiave interpretativa utile in ogni ruolo. Il sapere giuridico, di cui sicuramente siete dotati – e che vi ha condotti qui – è requisito indispensabile per l’attività che vi apprestate a svolgere, ma non sufficiente per l’esercizio della giurisdizione. Occorre che siate disponibili all’ascolto, per poter ponderare la decisione, frutto di serietà nell’approfondimento e di adeguata ponderazione nel giudizio. Coltivando il dubbio anche sulle proprie iniziali certezze si adottano, infatti, le migliori decisioni che maturano all’esito di un ampio confronto. È questo lo stile morale e intellettuale cui si sono sempre ispirate le grandi figure della magistratura – che sovente onoriamo e che vanno ricordate ispirandovisi – nel rispetto dei principi costituzionali, facendo sempre accorta applicazione del diritto positivo. E’ appena il caso di rammentare che la responsabilità sociale che caratterizza la funzione giudiziaria impone anche il serio rispetto della deontologia professionale e la sobrietà delle condotte individuali. L’imparzialità della decisione va, infatti, tutelata anche attraverso l’irreprensibilità e la riservatezza dei comportamenti individuali, così da evitare il rischio di apparire condizionabili o di parte. È un aspetto particolarmente importante per ogni istituzione della Repubblica in questa stagione nella quale la preziosa moltiplicazione dei canali informativi presenta anche il rischio di trasmettere l’apparenza di realtà virtuali”.

“Al Consiglio Superiore della Magistratura ed alla Scuola della Magistratura compete accompagnarvi, anzitutto nella fase di avvio della vostra carriera, per approfondire e rendere sempre migliori le qualità professionali proprie della funzione giudiziaria che dovrete custodire e sviluppare accuratamente durante tutto il vostro percorso. Sono certo che sarete all’altezza del compito, fondamentale e delicato, che la Repubblica vi affida, garantendo un’elevata qualità della funzione giurisdizionale: si tratta di un dovere inderogabile e costituisce il fondamento del rapporto di fiducia che i cittadini devono poter nutrire nei confronti dell’Ordine giudiziario. L’impegno che vi viene richiesto in questa direzione è prezioso anche per assicurare la necessaria e proficua interlocuzione della giurisdizione italiana con la Corte di giustizia dell’Unione europea e con la Corte europea dei diritti dell’uomo. Immagino e comprendo l’intensità di questi giorni, in cui avete scelto la sede e le funzioni; ma la consapevolezza del ruolo che dovrete esercitare in prima persona vi fornisce certamente la serenità che contraddistingue i servitori delle istituzioni democratiche dello Stato. Vi auguro di conservare sempre lo slancio ideale e la motivazione che vi hanno consentito di superare le difficili prove concorsuali; insieme al senso della misura e al coraggio, vi saranno utili per affrontare la fatica e la responsabilità del decidere perseguendo il solo fine dell’affermazione del diritto”, conclude il Capo dello Stato.

MATTARELLA: L’INDIPENDENZA DELL’ORDINE GIUDIZIARIO È UN PRESIDIO INDISCUTIBILE

“Questo nostro incontro si inscrive in un’ormai consolidata tradizione, coltivata con convinzione, perché costituisce l’occasione per sottolineare l’importanza e la delicatezza delle funzioni che a breve andrete a svolgere, come giudici o come pubblici ministeri. Alla Magistratura è affidata dalla Costituzione la tutela dei diritti, attraverso l’applicazione della legge. Sono compiti volti a garantire l’uguaglianza e la pari dignità delle persone, valori fondamentali in uno Stato democratico“, prosegue il presidente della Repubblica.

“Avendo personalmente conosciuto e frequentato decine di magistrati portatori autentici di questi valori- prosegue Mattarella- desidero ricordare che la consapevolezza di così alta funzione fa parte del patrimonio etico della Magistratura italiana, la cui traditio è affidata all’Ordine giudiziario nel suo complesso, che è quindi tenuto anche a mantenere costante e rigorosa attenzione ai comportamenti dei suoi singoli componenti. Al contempo è affidata alla Scuola, che – come ha inteso ribadire – deve assicurare una selezione dei docenti che, insieme alle competenze giuridiche, abbiano capacità di osservare contegno e comportamenti adeguati al loro ruolo. In riferimento a quei valori l’art. 104 della Costituzione riconosce all’ordine giudiziario l’autonomia e l’indipendenza da ogni altro potere. Sono presidi indiscutibili attraverso i quali la giurisdizione può assicurare, senza condizionamenti, l’imparziale applicazione della legge”.

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