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ROMA – “Ma che stai sulla Salaria? Copriti la pancia o ti sospendo”. È quello che si è sentita dire Rebecca, 16 anni, da una docente entrata in classe in un momento di pausa tra le lezioni, mentre gli studenti stavano cantando sulle note di una canzone di Sanremo. È successo ieri nel liceo scientifico ‘Augusto Righi’ di Roma.
Terza ora, la docente di filosofia ha il Covid, quindi viene chiamata una supplente a coprire la classe. Nell’attesa, gli studenti si alzano dai banchi, c’è chi si abbassa per un attimo la mascherina, qualcuno fa partire una canzone del festival e un ragazzo e una ragazza iniziano a cantarla. Si alzano, e accennano un balletto. In quel momento entra la docente, e vede che la ragazza ha la maglietta leggermente sollevata.
“Le ho chiesto scusa e mi sono riabbassata la maglietta, ma lei si è concentrata sulla mia pancia scoperta e ha cominciato ad urlare- racconta Rebecca all’agenzia Dire- mi ha dato della prostituta, ha detto che stavo cercando di attrarre l’attenzione dei miei compagni di classe e che stavo mercificando il mio corpo facendo balli sensuali. Mi ha portata dalla vicepreside dicendo che mi avrebbe messo una nota e mi avrebbe sospesa. Ovviamente al ragazzo non è stato detto nulla”.
Secondo il racconto di Rebecca, alla vicepreside la docente ha raccontato di aver assunto un atteggiamento protettivo nei confronti della ragazza. “Ha cambiato tutto il racconto. Ha detto che lei voleva tutelarmi e spiegarmi che le donne che assumono quei comportamenti sfruttano il proprio corpo per avere dei vantaggi– continua Rebecca- poi ha iniziato a mimare il mio atteggiamento, ballando in modo sensuale, umiliandomi”. Alla fine, nessuna nota e nessuna sospensione per la ragazza. La preside organizzerà nei prossimi giorni un incontro tra la vicepreside e la docente.
Ma all’interno della scuola è già partita una staffetta di solidarietà per Rebecca. “È giusto rispettare un dress code, ma non stavo indossando una maglietta corta, è stato solo un momento. E poi poteva riprendermi semplicemente, e mi sarei subito scusata come ho fatto. Senza darmi della prostituta o minacciarmi di sospensione- aggiunge la ragazza- non capisco perché umiliarmi in quel modo. In estate i ragazzi vengono con i pantaloncini corti, e nessuno li ha mai minacciati di sospensione. C’era anche chi aveva le mascherine abbassate in quel momento, ma l’unica cosa che le ha dato fastidio è stata la mia pancia scoperta. Sono sicura che chi ha questi comportamenti non lo fa con cattiveria, ma è cresciuto in un ambiente sessista e patriarcale. E continua a diffondere queste idee maschiliste e sessiste anche in classe”.
In serata gli studenti e le studentesse del Righi si sono dati appuntamento su Zoom per decidere come mobilitarsi. “Atti del genere sono inaccettabili- hanno scritto i giovani sulla pagina Instagram del collettivo ‘Ludus’- chiediamo un intervento immediato della scuola“.
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