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Moto, Melandri no vax: “Ho preso il Covid apposta, Green pass un ricatto”

"Djokovic è stato preso in mezzo, questa non è più un'emergenza sanitaria, è solo una faccenda politica"

Pubblicato:15-01-2022 13:29
Ultimo aggiornamento:15-01-2022 16:02

marco melandri
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ROMA – “Ho preso il Covid perché ho cercato di prenderlo, e, al contrario di molti vaccinati, per contagiarmi ho fatto una fatica tremenda. Ho fatto apposta per potere essere in regola almeno per qualche mese e non è stato nemmeno facile. Mi sono dovuto contagiare per necessità, dovendo lavorare e non considerando il vaccino un’alternativa valida. D’altra parte conosco molte persone con due dosi che provano a infettarsi per evitare la terza. Comunque per me il green pass era e rimane un ricatto: lo userò solo per lavoro e se devo accompagnare mia figlia. Sono disposto a utilizzarlo solo per lo stretto necessario”. Marco Melandri si svela no-vax con una intervista in un’intervista a Mowmag.com, nella quale confessa di aver fatto di tutto per contrarre il virus pur di non vaccinarsi.

L’ex pilota di Moto Gp aveva annunciato la sua positività sui social, scrivendo di essere stato contagiato da un vaccinato. Melandri si dice “contro le violazioni della libertà. La Costituzione ci dice che siamo liberi di scegliere e di sceglierci con cosa curarci, mentre questo Governo ci ha definitivamente cagato sopra. E sono molto preoccupato per il prosieguo”.

Melandri usa tutto l’armamentario retorico dei no-vax: l’incertezza sui vaccini, sull’inattendibilità del numero dei morti, le esagerazioni della stampa e addirittura chiama in causa il razzismo. E naturalmente Melandri difende Djokovic: “È ridicolo. Lui non ha assolutamente colpe e sarebbe rimasto a casa senza problemi. Però, come tutto il resto, l’hanno venduta come hanno voluto. Chi organizza uno dei più importanti tornei del mondo non poteva non avere il numero uno e quindi sono stati loro a fare di tutto per farlo entrare. Poi però è subentrata la politica, perché la questione non ha nulla a che fare con la salute. Djokovic è stato preso in mezzo nella guerra tra organizzatori dell’Australian Open e Governo, che dopo aver fatto il pugno duro non può permettersi di abbassare i pantaloni. Credo che se ne freghi altamente della carriera e io lo stimo tanto perché ha dei valori ed è giusto così, perché questa non è più un’emergenza sanitaria, è solo una faccenda politica”.


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