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Battaglia sulla ciclabile di via Lame: ecco chi la vuole e chi no

Alcuni cittadini, commercianti e ciclisti raccolgono firme contro, ma la Consulta della bicicletta smonta le obiezioni

Pubblicato:14-10-2015 14:31
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:38

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BOLOGNA – A Bologna è scontro sulla pista ciclabile di via Lame. C’è chi la vorrebbe cancellare e raccoglie firme, e chi obietta e la difende.

bicicletta

CHI LA VUOLE CANCELLARE – La pista ciclabile di via Lame a Bologna va cancellata. A dirlo sono i 565 cittadini che, dai primi giorni di settembre, hanno firmato una petizione per chiedere all’Amministrazione di ripristinare la mobilità precedente nella strada che collega via Calori a Porta Lame. I firmatari della richiesta sono i residenti della zona, i commercianti, e addirittura i ciclisti che considerano il tratto di pista ciclabile poco sicuro per il transito dei mezzi a pedali.


La petizione, illustrata oggi con una conferenza stampa a Palazzo D’Accursio, è l’ultimo tentativo di dialogo con il Comune che, lo scorso maggio, in commissione Mobilità a Palazzo D’Accursio, non aveva chiarito le idee ai firmatari della petizione. E ancora poco si sa dei motivi della realizzazione del percorso per le biciclette. “Una mattina ci siamo svegliati e abbiamo trovato per strade delle strisce viola e poi, dopo qualche giorno, ecco i cartelli dei lavori” racconta Paolo De Frai, cittadino e promotore della petizione- abbiamo iniziato a chiedere in giro ma nessuno sembrava saperne nulla”. E per tenere alta l’attenzione sui problemi dovuti alla pista e il pressing sul Comune perché la cancelli ora la petizione proseguirà.

Sono mesi che i residenti del quartiere ribadiscono il loro no alla pista ciclabile di via Lame, considerata pericolosa per ciclisti e pedoni. Perché? “La larghezza del percorso riservato alle biciclette è 120 centrimetri, tra le auto parcheggiate e le colonne dei portici- spiega De Frai- qualunque ostacolo improvviso o un bambino che sbuca dai portici, farebbe impattare il ciclista contro una delle colonne”. E il fondo stradale disconnesso, la mancanza di educazione dei ciclisti e la segnaletica insufficiente non fanno che peggiorare la situazione. I pedoni poi dovrebbero stare continuamente attenti alle biciclette che scendono lungo via Lame a una velocità sostenuta e, “se un ciclista investe qualcuno che è a piedi, chi paga i danni?” si chiede il cittadino. A questa domanda non ha saputo rispondere nemmeno l’assessore Andrea Colombo che ha ammesso la mancanza di una legge specifica.

La pista ciclabile poi è accusata di mandare in tilt cittadini e traffico. “Lo spazio libero per la circolazione limitato ha creato una sorta di collo di bottiglia dove ci sono continuamente incolonnamenti” dicono i residenti che denunciano la mancanza di una fermata momentanea per lo scarico-carico merci (l’unico punto è all’inizio della strada). Poi, il restringimento della carreggiata su via Lame creerebbe problemi anche in caso di interventi di emergenza: “le ambulanze, i Vigili del fuoco e la Polizia, per non imbottigliarsi, devono fare il giro in via Cavour- conclude De Frai- un percorso che allunga i tempi del tragitto”. Nessun beneficio, poca utilità, scarso utilizzo e costi sconosciuti: per i cittadini in protesta, la ciclabile in via Lame non ha alcuna ragione di esistere.

CHI LA DIFENDE – La Consulta della bicicletta smonta le obiezioni e l’appello ad eliminare la pista creata su via Lame. E soprattutto respinge al mittente la petizione di 565 firme contrarie ricordando che ci sono anche cittadini a favore della ciclabile e che comunque ad opporsi, pur “con molto rumore”, sono in “pochi”. Insomma, la Consulta l’ipotesi di una retromarcia non la vuole proprio prendere in considerazione: “Il cambiamento, anche in meglio, si sa, è difficile da affrontare, ci auguriamo che anche coloro che pur in pochi, ma con molto rumore, sono avversi alla riprogettazione delle strade a favore di una ridistribuzione dello spazio più equa, si possano abituare e salutare positivamente queste novità, come già accaduto per altri grossi cambiamenti”. Ciò detto alle domande irrisolte dei cittadini che vorrebbero cancellare la pista ciclabile in via Lame, la Consulta comunale della bicicletta risponde punto su punto. Per i residenti, che oggi a Palazzo D’Accursio hanno presentato una petizione con oltre 500 firme, il percorso dedicato alle biciclette è inutile e pericoloso non solo per i pedoni ma per i ciclisti in transito. E allora la Consulta ricorda che, per tutelare le persone in bicicletta, “è indispensabile guardare prima di aprire la portiera”. Poi, spiega ai firmatari della petizione quali sono state le ragioni che hanno spinto l’amministrazione a piazzare la pista in via Lame: con questo nuovo tratto, il percorso ciclabile che unisce la periferia al centro non solo è continuo e ma si evita il sottopassaggio in via Zanardi. Nessuna soluzione alternativa perché il tratto tra Porta Lame e via Calori è l’unico dove le macchine procedono in un solo verso.

“La soluzione scelta per la ciclabile di via Lame è stata una pista a unico senso di marcia, con ingombro ridotto e per il solo tratto in questione- scrive la Consulta- proprio per sacrificare il minor numero possibile di posti auto e il minimo indispensabile nella larghezza della carreggiata”. L’associazione dei ciclisti respinge al mittente anche l’accusa di poco dialogo tra le istituzioni presenti, lo scorso maggio, in Commissione mobilità del Comune. “Quando la questione è stata sollevata da questo gruppo di cittadini, ci siamo messi a disposizione per elaborare insieme delle proposte che migliorassero la segnaletica” sottolinea la Consulta ricordando come, sempre in commissione, un gruppo di altri cittadini della zona Lame, favorevoli alla pista, siano stati aggrediti verbalmente.

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