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VIDEO | L’infinità del mare nel primo album di Luigi Esposito

Dieci brani per pianoforte e percussioni. Domani l'uscita 'fisica'

Pubblicato:14-07-2022 13:06
Ultimo aggiornamento:14-07-2022 14:08

Luigi esposito
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NAPOLI – “È un disco che parla d’amore. Una passeggiata sulla riva di un lungo periodo della mia vita raccogliendone una bella fetta perché ho inserito composizioni anche molto vecchie che sono andato a ripescare e di cui solo in età matura ne ho colto la sincerità”. Così alla Dire Luigi Esposito, pianista e compositore napoletano, racconta “Portami a vedere il mare” il suo primo album che, sotto l’etichetta discografica Apogeo Records, uscirà domani, venerdì 15 luglio, su supporto fisico e sulle principali piattaforme digitali. Il disco, accompagnato da un video già disponibile su YouTube, è stato anticipato dal singolo “Mancarsi” uscito qualche giorno fa. Non solo amore nell’album di Esposito ma anche il suo “rapporto viscerale con il mare, quel luogo dove i pensieri si mettono a posto. Quel posto che ti dà le risposte inaspettate e che ti rimette in connessione con le persone che ami, che non ci sono più e che, in qualche maniera, ti guidano”.

“Portami a vedere il mare” è un album di dieci composizioni in “cui cerco di portare l’ascoltatore a vedere il mare. Nei brani c’è l’amore, la famiglia, e tanto altro. Stare seduti davanti al mare – spiega Esposito – vuol dire dialogare con il silenzio, dove non hai bisogno delle parole. È come suonare insieme a qualcuno con il quale raggiungi la giusta connessione e la musica diventa un’evidenza. Il mare è come la musica. Sul palco non ci sono protagonisti, l’unico è la musica e noi dobbiamo essere bravi a lasciarla entrare, fare da tramite, lasciarla scorrere. Ecco per me stare davanti al mare è un po’ così”.

Nel disco “c’è tanta sincerità. Genuinità è quello che voglio trasmettere agli ascoltatori con la musica che scrivo. Penso sia un disco molto immediato che può arrivare a tutti dove si percepisce la ricerca ma allo stesso tempo la semplicità”. L’album guarda alla musica contemporanea, al jazz come modo di stare, e strizza l’occhio alla musica da film e “non per film – ci tiene a precisare Esposito – perché è come se esistesse già un film nella musica che scrivo”. I brani di “Portami a vedere il mare” sono, infatti, molto evocativi: basta chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare, forse proprio in riva al mare come vuole il compositore o in qualunque altro posto dell’anima e del cuore.

Nel disco Esposito non è solo. I dieci brani sono stati pensati per pianoforte e percussioni perché è un po’ “come chiudere un cerchio. La batteria è stato il mio primo strumento e da piccolo – ricorda l’artista – percuotevo qualsiasi cosa. La scelta di Emiliano Barrella, il batterista che mi accompagna, è mirata per la sua eleganza e umiltà d’animo. Io ed Emiliano abbiamo già collaborato in tanti progetti e abbiamo un grande feeling. Avevo bisogno di un ‘pittore’ per la mia musica. Lui usa le spazzole e le bacchette come dei pennelli e la batteria è la tela dove dipingere la musica che arriva”.


Dietro l’album “c’è un lavoro durato quattro anni, fatto di grande ricerca, dove siamo stati molto tempo a immaginare, a inseguire le immagini, senza toccare mai gli strumenti. Poi è arrivato il momento di provare e provare ancora”. A creare la magia musicale del disco anche un quartetto d’archi – Caterina Bianco al violino, Annarita Di Pace al secondo violino, Roberto Bianco alla viola e Davide Maria Viola al violoncello – e la voce di Fabiana Martone interprete di due brani.

“Portami a vedere il mare” sarà presentato ufficialmente a Napoli, sabato 16 luglio, al Parco Archeologico del Pausilypon, alle 19. “Era un mio sogno suonare la mia musica con un quartetto d’archi come lo è suonare in un anfiteatro romano come quello del Pausilypon”. L’appuntamento è inserito nella rassegna “Suggestioni all’imbrunire”.

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