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Morace (avvocato): “I curatori non fanno l’interesse del minore, lo Stato ha delegato a cooperative”

"Ci sono dei vulnus molto importanti che riguardano il sistema, nonostante la riforma"

Pubblicato:14-06-2023 18:26
Ultimo aggiornamento:14-06-2023 22:49
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“In questo settore di protezione delle fasce deboli ci sono dei vulnus molto importanti che riguardano il sistema. Ovvero, ci sono magistrati che non hanno una sensibilità tale da avere un contatto diretto con il minore e nonostante la recente riforma continuano a non averlo”. A dirlo è l’avvocato Domenico Morace, che oggi ha preso parte alla conferenza stampa indetta alla Camera dalla deputata Stefania Ascari (M5S) sul tema della ‘Tutela dei minori: l’urgenza di una riforma del sistema degli affidi’.

Ma per l’avvocato, i problemi non riguardano soltanto i giudici: “Ci sono dei curatori speciali nominati dai Tribunali che, invece di fare l’interesse dei minori, portano avanti le tesi del giudice: a me è capitato di incontrare curatori che non rappresentano il minore ma il giudice, perché se poi il giudice non è d’accordo non li nomina più. E vi è un sistema di assistenza sociale che ormai lo Stato ha delegato a cooperative e consorzi”.


Invece di affidare un settore così delicato ai privati, sarebbe opportuno, secondo l’avvocato, “che sia lo Stato a fare da presidio”, anche perché in cooperative e consorzi, ha proseguito Morace, spesso lavorano “persone sottopagate e malpreparate, che non vengono aggiornate a livello professionale e che finiscono per influenzare tutto il sistema”. Per Morace c’è quindi bisogno di “una profonda riforma”.


Dello stesso avviso anche Veronica Giannone, responsabile relazioni esterne di Vita, che dell’attuale riforma ha detto: “Andrebbe cancellata e riscritta da capo, ponendo al primo posto il rispetto e la dignità del minore”.


Al centro della conferenza anche il tema dell’ascolto del minore, che, ha ribadito Giannone, “va sempre fatto, non si può mai parlare di ‘superfluità dell’ascolto’, come invece mi è capitato di leggere”. A questo proposito è stata citato anche il caso di Martina e di sua figlia Anna (nomi di fantasia), di cui la Dire si è occupata: la bambina è stata infatti trasferita da Napoli, dove viveva con la mamma, in Piemonte, per vivere con il padre. La decisione, motivata dal fatto che la madre sarebbe stata ‘ostativa’ verso il rapporto padre- figlia, è stata presa contro la volontà della minore, che tutt’ora manifesta un grave malessere per la lontananza dalla mamma e dal suo ambiente abituale.


Sul tema degli allontanamenti si è espressa anche la deputata Stefania Ascari, che ha commentato la sentenza di assoluzione di Claudio Foti, lo psicoterapeuta coinvolto nei casi di Bibbiano: “I bambini vanno sempre creduti: nel caso di ‘Angeli e demoni’ così come in quello di ‘Veleno’, i bambini sono stati allontanati dalla propria mamma e dal proprio papà con danni irreparabili, sulla base di ctu e assistenti sociali che sono diventati giudici e giudici che non hanno approfondito le condizioni dei bambini“.

Alla conferenza hanno preso parte gli avvocati Elena Coccia e Francesco Morcavallo e, in collegamento da remoto, due mamme hanno portato la loro testimonianza di allontanamento forzoso e mancato ascolto dei propri figli.

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