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Neonati, l’anno scorso 300 casi di bimbi affidati agli ospedali

Fa chiarezza la Società italiana di neonatologia, che rende nota anche la possibilità di partorire in anonimato

Pubblicato:13-04-2023 17:25
Ultimo aggiornamento:14-04-2023 10:32
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ROMA – Due neonati affidati alle cure degli ospedali, negli ultimi tre giorni: il piccolo Enea lasciato nella Culla per la vita della Clinica Mangiagalli di Milano e una bimba nata in un capannone dismesso in zona Quarto Oggiaro, portata dalla madre all’Ospedale Buzzi. Vista l’attenzione mediatica, che ha portato, giustamente, a considerazioni, dibattiti e anche, purtroppo, a polemiche e alla diffusione di una serie di dati, a volte discordanti, la Società italiana di neonatologia (Sin) interviene per fare un po’ di chiarezza.

Il dato di “3.000 neonati abbandonati ogni anno, utilizzato in più riprese, è ormai superato, in quanto risalente al 2005. Il dato più recente disponibile è quello emerso dall’indagine, durata un anno, tra luglio 2013 e giugno 2014, condotta su un campione nazionale di 100 Centri nascita ed effettuata dalla Sin in collaborazione con ninna ho, progetto a tutela dell’infanzia abbandonata, promosso da Fondazione Francesca Rava N.P.H. Italia Onlus e dal Network KPMG in Italia. Sono stati 56 i neonati non riconosciuti dalle mamme italiane su un totale di 80.060 bambini nati. Nel 62,5% dei casi si tratta di neonati non riconosciuti da madri straniere e nel 37,5% da mamme italiane, con un’età compresa tra i 18 e i 30 anni nel 48,2% dei casi. Pertanto, il fenomeno dei bambini non riconosciuti alla nascita incide a livello nazionale per circa lo 0,07% (circa 300 nel 2021-22) sul totale dei bambini nati vivi“. Il dato è stato diffuso dalla Sin nel 2015 ed è “l’unico più recente al momento disponibile”.

ESISTE ANCHE IL PARTO IN ANONIMATO

Dietro a questi numeri donne di tutte le età e condizioni sociali, che vivono con difficoltà la maternità e che per motivi diversi e complessi, come disagi economici e sociali e solitudine, ritengono di non avere altre alternative, ma che fanno una scelta coraggiosa, con la volontà di dare un futuro migliore al loro bambino. “Lasciare un bambino alle cure degli ospedali è sicuramente una decisione estrema e dolorosa”, afferma Luigi Orfeo, presidente della Sin. “Dobbiamo però considerare che la possibilità di affidare i neonati a queste strutture, dà loro la possibilità di essere assistiti al meglio e immediatamente. Ciò garantisce a questi bambini una migliore prospettiva di vita, rispetto a quelli che ancora, purtroppo, vengono lasciati in altri luoghi, in situazioni non protette e rischiose. Ci tengo a ricordare anche l’altra grande opportunità che prevede il nostro sistema legislativo: il parto in anonimato”, continua Orfeo.
Dopo aver partorito, infatti, la mamma ha la possibilità di lasciare il piccolo nella struttura ospedaliera che li ospita, senza riconoscerlo e restando anonima, a personale competente che si occuperà di lui fino all’affidamento ad un’altra famiglia. In questo modo, il parto, pur nel rispetto della riservatezza e della privacy della donna, avviene in condizioni di sicurezza e in ambiente protetto, senza rischi per la mamma e il neonato”, conclude la Sin.


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