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Ex Ilva, arcivescovo Taranto: “Fateci sperare in un futuro diverso per l’acciaieria”

Monsignor Filippo Santoro nell'omelia si è rivolto ai responsabili del Governo e ai due partner dell'azienda

Pubblicato:13-04-2022 15:04
Ultimo aggiornamento:13-04-2022 16:34
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BARI – “Mi rivolgo ai responsabili del Governo e ai due partner di questa azienda: fateci ancora sperare che il futuro di questa acciaieria, la più grande d’Europa possa essere diverso. Che le ragioni della salute e della vita dei lavoratori e di tutti i tarantini insieme, con la dignità del lavoro possano essere difese. Che si investa nell’innovazione tecnologica. Che si comincino a vedere i segnali di una inversione di rotta, che si affermi l’audacia di un cambiamento anche nelle persistenti limitazioni provenienti dal Covid e dalla guerra”. Lo ha detto l‘arcivescovo di Taranto monsignor Filippo Santoro nell’omelia per la celebrazione del precetto pasquale nello stabilimento Acciaierie d’Italia di Taranto.

“Questo è il luogo del coraggio necessario a guardare le fragilità di questa città e di metterle a contatto con l’amore di Dio – ha continuato – Non dobbiamo credere che pandemia e guerra siano fuori di qui, che il conflitto salute, ambiente e lavoro, che da anni cerchiamo di porre al centro delle nostre riflessioni con approfondimenti e responsabilità, non si ripercuota su ognuna delle parti ferite e vittime dell’annoso conflitto tra salute e lavoro”. “Crisi ambientale ed energetica affondano le loro radici in questo luogo che è più europeo di quanto il nostro Paese su questo fronte ha la capacità di percepire”, ha aggiunto l’arcivescovo ricordando che “abbiamo sperimentato negativamente quanto davvero sia tutto connesso, “l’economia di guerra” ci ha fatto fare di un colpo un salto indietro: più risorse per gli armamenti, più carbone, nucleare. E più acciaio, serve più acciaio in tempo di guerra. E giù deroghe, la guerra ha cancellato il riscaldamento globale”. “Di fronte al decreto Energia dei giorni scorsi abbiamo delle domande che non possono essere evase: si è parlato di abbandono del ciclo completo del carbone, ma al tempo stesso si torna a parlare di aumento della produzione dell’acciaieria tarantina, aumento della produzione che non può non incidere sulla salute dei tarantini. D’altro canto l’azienda annuncia nuova cassa integrazione: meno lavoro per tutti”, ha affermato Santoro e ha concluso: “Per il futuro di Taranto si parla di tante speranze legate al Pnrr, alla ZEs, al Cis, ai Giochi del Mediterraneo, alla nuova amministrazione del Comune; tutto questo diventa per noi oggetto di preghiera e di vigilanza civica”.


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