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Battistero, la porta Sud dopo 700 anni va in ‘pensione’. Andrà al museo

FIRENZE - Nella notte tra il

Pubblicato:13-04-2016 16:05
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:33

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Porta Sud (3)

FIRENZE – Nella notte tra il 15 e il 16 aprile 2016, la più antica delle tre porte del Battistero di Firenze, la Porta Sud, realizzata da Andrea Pisano tra il 1330 e il 1336, lascerà definitivamente la sua sede originale dopo 680 anni per essere restaurata e poi collocata nel nuovo museo dell’Opera del Duomo a Firenze accanto alla Porta del Paradiso e alla Porta Nord di Lorenzo Ghiberti. Un intervento reso possibile dall’Opera di Santa Maria del Fiore, che ne finanzierà il restauro, lo smontaggio, il trasporto e la ricollocazione nel museo “con 1,5 milioni di euro di risorse proprie, senza nessun contributo pubblico”.

Anche per la Porta Sud sarà realizzata una replica ad arte che sostituirà l’originale sul Battistero, così come in precedenza è stato fatto per le due altre porte: nel 1990 la Porta del Paradiso, e a gennaio di quest’anno la Porta Nord, quest’ultima grazie all’importante contributo dell’Associazione Guild of The Dome. “Per il restauro e la realizzazione della copia della Porta Sud– fanno sapere dall’Opera- occorreranno almeno 3 anni, un anno in più rispetto alla Porta Nord, perché dalle prime indagini l’opera appare molto danneggiata“.


L’intera superficie della porta, infatti, “si presenta offuscata dai depositi e dalle alterazioni di color verde del bronzo che nascondono la doratura originale”. Inoltre “nella parte inferiore della porta, i rilievi sporgenti delle formelle sono consunti dal contatto con le mani dei visitatori, che li hanno privati della doratura e della patina di ossidazione del bronzo”. La collocazione nel museo dell’Opera del Duomo, all’interno di grandi teche, “si è resa necessaria perché le porte del Battistero devono essere conservate in condizioni costanti di bassa umidità per evitare il formarsi di sali instabili, tra la superficie del bronzo e la pellicola dorata, che salendo, sollevano e perforano l’oro causandone la distruzione”.

di Diego Giorgi, giornalista

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