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Ucraina, profetico lo spot degli anni 90. La Crimea è russa da dieci anni

Negli ultimi anni la pubblicità sulla Russia che è Ucraina e viceversa ha acquisito un significato nuovo

Pubblicato:13-03-2024 13:22
Ultimo aggiornamento:13-03-2024 14:59

spot de agostini_anni 90
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ROMA – “Madre Russia”, urla l’astronauta di ritorno sulla Terra. “Macché Russia, questa è l’Ucraina”, risponde la contadina contrariata. E lui, stralunato: “Ma l’Ucraina è Russia”. Spot involontariamente profetico, quello dell’atlante geografico De Agostini. “Era il 1995 e si provava a capire cosa ci fosse dall’altro lato della Cortina di ferro” ricorda in un’intervista con l’agenzia Dire Luciano Nardi, il pubblicitario italiano che ideò la reclame. “C’era da scoprire quel grande conglomerato di Stati, regioni, etnie e lingue che era l’Urss, di cui non sapevamo nulla; figurarsi poi se avevamo idea di quello che sarebbe accaduto dopo 20 anni“.

Ora alla guida della sua Kube Libre, di successi nella sua carriera da creativo Nardi ne ha ottenuti tanti. Ad esempio con la nazionale di bob giamaicana, in pista per la Fiat Doblò.
Negli ultimi anni, però, la pubblicità sulla Russia che è Ucraina e viceversa ha acquisito un significato nuovo. Come se fosse stata visione di ciò che sarebbe accaduto: separatismi, rivendicazioni e guerra. Capita di pensarci a pochi giorni dal decennale della Crimea russa: era il 16 marzo 2014 quando un referendum decretava il ritorno a Mosca della penisola sul mar Nero, che era stata donata all’Ucraina dal leader sovietico Nikita Khrusciov nel 1956. Il voto di dieci anni fa non era stato riconosciuto dall’Onu eppure la Russia era andata avanti, sancendo l’annessione pochi giorni dopo, il 18 marzo.
Non di questo parla però Nardi, ma della meraviglia di quegli anni Novanta. “C’erano stati i Mondiali di calcio in America e ci eravamo accorti che erano spuntati Paesi nuovi” ricorda. “Anche dal punto di vista pubblicitario c’erano tantissime cose da scoprire che non conoscevamo; con l’atlante l’obiettivo era dare uno strumento utile ai ragazzi che cominciavano l’anno scolastico”.

Lo spot era stato commissionato dal quotidiano Corriere della Sera, in corsa con La Repubblica per offrire supplementi interessanti in grado di far aumentare le vendite. A dieci anni dall’annessione della Crimea e a ormai più di due dall’offensiva dell’esercito russo in Ucraina scattata il 24 febbraio 2022, ci si ritrova però a parlare di frontiere in un mondo che cambia. Secondo Nardi, indipendentemente da dove passano i confini è bene non perdere mai la curiosità di provare a capire cosa ci sia dall’altra parte. “Vale per qualunque cosa e a maggior ragione se parliamo di persone”, dice il fondatore di Kube Libre: “Comprendere ciò che accade nel mondo presuppone attenzione per chi si trova da entrambi i lati della frontiera”.
Basta guardare le mappe, sottolinea Nardi: “La geografia è fatta di segni, disegnati sulle carte geografiche a volte da altri, che magari hanno preso matite e righelli senza nemmeno considerare le persone“. E non si tratta solo di Crimea, Ucraina o Russia. “Mi colpiscono sempre le frontiere degli Stati africani” dice Nardi: “Spesso sono soltanto linee rette, come a negare popoli e storie”.


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