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MARSALA – “Il Mezzogiorno è un elemento strategico. Senza una sorta di unificazione da nord a sud del Paese l’Italia non ce la farà a ripartire”. Lo ha affermato il segretario Generale della Cna nazionale, Sergio Silvestrini, conversando con la Dire a Marsala, a margine dell’assemblea annuale di Cna Trapani.
“Bisogna investire di più nel Sud – ha aggiunto – selezionando gli investimenti. Bisogna riqualificare il tessuto produttivo premiando l’innovazione e valorizzare il turismo, che non sfrutta ancora le sue enormi potenzialità”.
Secondo Silvestrini “c’è bisogno di un cambio di paradigma, passando a una mentalità dello sviluppo dove il mercato vince. La politica deve aiutare questo processo, cosa che non è avvenuta quasi mai negli ultimi anni”.
“La Sicilia è una terra straordinaria– ha aggiunto Silvestrini- fatta di cultura, storia e intelligenze. Negli ultimi dieci anni da questa regione sono uscite quasi trecentomila persone: tanti giovani laureati. Si tratta di uno sciupio di intelligenze che costruiamo in questa regione e che altri sfruttano al meglio. Occorre uno sforzo alto, un disegno, una strategia, un grande obiettivo che unifichi le classi dirigenti di questa regione“.
Per il segretario Generale della Cna nazionale, Sergio Silvestrini, “non è più possibile fare una politica meramente keynesiana giocando sul debito perché siamo uno dei Paesi più indebitati al mondo. Bisogna qualificare la spesa, sapere dove investire, in quali settori”.
Secondo Silvestrini “qualche volta bisogna anche ‘urticare’ le persone e scegliere. Non bisogna avere paura di scegliere perché se non si sceglie non si adottano le decisioni che servono al Paese”.
Silvestrini ha poi aggiunto: “Siamo un grande Paese ma nonostante questo ogni anno abbiamo difficoltà. Abbiamo intelligenza e imprenditoria, ma non riusciamo a compiere quel balzo in avanti che potremmo fare, vedo pigrizia e inerzia, non vedo lo scatto dei tempi migliori“.
Secondo il segretario Generale della Cna nazionale “la politica deve capire che siamo in una fase di passaggio e che servono soluzioni nuove”.
“Non sempre la straordinaria vigoria delle piccole imprese italiane è riconosciuta da chi governa questo Paese. A volte- conclude Silvestrini- ci accontentano con un abbraccio e una pacca sulle spalle ma poi nulla di concreto avviene. È un grande limite della classe dirigente e della politica di questo Paese, a ogni livello, dal locale all’Europeo”.
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