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Aiuto ai lavoratori, a Bologna apre il punto Caritas all’Interporto

Zuppi: "Se non si viene qui, non si capisce la città"

Pubblicato:12-11-2023 15:58
Ultimo aggiornamento:12-11-2023 16:01
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BOLOGNA – Apre all’Interporto di Bologna il nuovo punto della Caritas diocesana, a sostegno e in aiuto dei lavoratori del polo logistico. Ascolto, sussidi ma anche orientamento e formazione, perché nello stesso spazio troverà posto anche ‘Insieme per il Lavoro’, il progetto di Comune e Arcidiocesi per soggetti fragili in cerca di occupazione. Il prefabbricato in cui avrà sede il punto Caritas arriverà il prossimo 28 novembre, ieri intanto è stato tagliato simbolicamente il nastro alla presenza del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna. Il progetto, che nasce da una proposta della stessa Caritas diocesana, è inserito nel progetto della logistica etica di Interporto. E oggi diventa concreto, dopo un anno di lavoro.

“È un segno piccolo ma molto reale- commenta Zuppi- fa parte di quella rete che ci coinvolge tutti e che deve crescere, per dimostrare che con poco si può fare tanto. E’ interesse di tutti che questa rete cresca e possa davvero tirare dentro tante persone, che non aspettano altro, che cercano solo qualcuno che li prenda sul serio”. Secondo Zuppi, del resto, “non si capisce Bologna senza venire qui. Come tutti i porti, qui si capisce ciò che saremo: è il luogo dell’accoglienza. Senza Interporto, e senza chi ci lavora, non si va avanti. Senza tutti lavoratori che vengono qui da ogni parte del mondo, non potremmo andare avanti in tante cose”. E aggiunge: “Questo è l’uscire di cui parla Papa Francesco: uscire per incontrare, non solo per guardare. Non possiamo solo ascoltare e basta. La Caritas non è solo un registratore, non fa ricerche sociologiche”. “Ascoltare è sempre anche vivere insieme, essere feriti dal racconto dell’altro, farlo nostro, capirne l’umanità e trovare insieme le risposte. Oggi vedo tante facce contente, perchè abbiamo fatto le cose insieme”. L’inaugurazione del punto di ascolto ha concluso l’Assemblea diocesana della Caritas di Bologna, svolta ieri mattina proprio in Interporto, nel magazzino di NaturaSì (una delle prime aziende a firmare la Carta della logistica etica a Bologna).

L’Interporto “è un luogo dove è necessario ascoltare i bisogni delle persone- afferma Alessandro Alberani, responsabile della logistica etica di Interporto- la Chiesa così torna nel mondo del lavoro, come diceva il cardinal Lercaro”. In Interporto lavorano circa 6.000 persone, di cui la metà sono migranti. “E i salari non sono alle stelle- sottolinea Alberani- sono persone che hanno famiglia, figli. Sono le persone che tengono in piedi l’economia della logistica, ma che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. Sono persone che hanno bisogno di una pacca sulla spalla, ma anche di un aiuto. Hanno bisogno di un consiglio, ma anche di un sussidio. Hanno bisogno comunque, attraverso l’ascolto, di recuperare una loro dignità. Quindi ci aspettiamo certamente che le persone vadano lì e che si interagisca sempre: fra sindacati, imprese e Interporto che fa da coach”.


Oltre alla Caritas, ci sarà anche lo sportello di ‘Insieme per il Lavoro’, perché “ci sono molti migranti che hanno figli che cercano lavoro- spiega Alberani- alcuni che hanno necessità anche di avere informazioni sulla formazione. Quindi sarà un punto a tutto campo”. Del resto, rimarca Alberani, “sempre più lavoratori hanno bisogno di aiuto, sono i nuovi poveri. Spesso sul lavoro non si sta bene, c’è disagio. Se i cambiamenti epocali che stiamo vedendo non sono accompagnati dall’attenzione alla persona e dalla formazione, il sistema del mercato del lavoro non funziona. Non si può avere sempre bisogno di un amico per trovare lavoro”.

Don Matteo Prosperini, direttore della Caritas diocesana, precisa: “Non veniamo qui a fare i sindacalisti, ma a cogliere i bisogni che le persone hanno nei luoghi di lavoro e anche a casa. Moltissime persone che incontriamo nei nostri centri d’ascolto e nelle nostre Caritas parrocchiali di fatto lavorano in questo posto, nella logistica. E tante volte è difficile intercettare i loro bisogni, anche perché hanno orari di lavoro complicati. Quindi ci sembrava bello essere qui presenti. Essere qui ha un significato grande e soprattutto riusciamo a intercettare queste persone nel luogo dove lavorano, magari nelle pause del loro lavoro, per aiutarli”.

All’inizio al centro di ascolto saranno impiegate due operatrici della Caritas diocesana una volta alla settimana. “Li aiuteremo nella vita di tutti i giorni, non facciamo nulla di nuovo- continua Prosperini- le nostre Caritas già fanno questo. E chiaro che il tema grande è la dignità del lavoro, della loro vita. E quindi l’abitazione e il loro mantenimento. Perché oggi avere un lavoro, come sappiamo, non è più sufficiente per dirsi fuori dalla da alcuni bisogni e quindi anche dalla povertà”. Chiosa il presidente di Interporto, Marco Spinedi. “Siamo una vera e propria cittadella, per dimensioni e complessità- afferma- e quindi non ci può non essere un’attenzione alle categorie più disagiate, operando direttamente sul campo”.

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