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La via della seta tra Salvini e Di Maio. Una nuova via crucis?

L'editoriale di Nico Perrone, direttore dell'Agenzia Dire, per #DireOggi

Pubblicato:12-03-2019 16:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:13

Xi Jinping
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ROMA – Ora il confronto-scontro tra la Lega di Matteo Salvini e il M5S di Luigi Di Maio, diventa internazionale. A fine marzo, in pompa magna, il numero uno della Cina, Xi Jimping, arriverà in Europa e in Italia per firmare accordi. Al centro c’è il progetto faraonico della cosiddetta Via della seta, il percorso che i cinesi stanno ‘costruendo’ a forza di contratti e lavori attraverso decine e decine di Paesi. Servirà a creare opportunità e, soprattutto, a facilitare l’arrivo delle merci cinesi.

Nel governo italiano non tutti la pensano in positivo. Mentre Di Maio e i ‘grillini’ nell’accordo con i cinesi ci vedono le opportunità, nella Lega prevale più la preoccupazione che alla fine venga colpita la rete dell’imprenditoria locale a loro vicina. Senza contare poi che nella trattativa ci si è infilato pure il presidente degli Stati Uniti. Trump, a muso duro, ha avvisato la cancelliera Angela Merkel: niente accordi con i cinesi per lo sviluppo del 5G in Germania, altrimenti non ci saranno più scambi di informazioni di intelligence con gli Usa.

Al centro, la guerra di Trump con la compagnia cinese Huawey, accusata dagli americani di attività di spionaggio attraverso i software telefonici. Non bastasse, su tutto aleggia il rapporto super amichevole tra Salvini e il presidente russo Putin, non proprio ben visto in molte capitali occidentali. Un momento delicato, visto che i cinesi arriveranno carichi di doni, soprattutto denaro pronto per comprare o per essere utilizzato.


In questi tempi di magra chi avrà il coraggio di dire ai cinesi no, grazie?

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