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Alessandra Matteuzzi uccisa dall’ex, chiesto l’ergastolo: “Per Padovani era sua proprietà”

In aula l'accusa ha chiesto l'ergastolo chiedendo di non applicare le attenuanti generiche. Per Padovani Alessandra Matteuzzi era "una sua proprietà"

Pubblicato:12-01-2024 12:28
Ultimo aggiornamento:12-01-2024 16:04
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processo matteuzzi
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BOLOGNA – La Procura di Bologna chiede l’ergastolo per Giovanni Padovani, l’ex calciatore dilettante a processo in Corte D’Assise a Bologna per aver ucciso, il 23 agosto 2022, l’ex compagna Alessandra Matteuzzi. La richiesta è stata fatta poco fa dalla procuratrice aggiunta Lucia Russo.
Motivando la propria richiesta, Russo sottolinea che in questo caso “non sussistono elementi che possano giustificare il riconoscimento delle attenuanti generiche”, ricordando che “l’azione atroce, programmata da tempo” di Padovani “non ha risparmiato nessuna parte del suo corpo”. Matteuzzi, afferma la procuratrice, è stata “annientata, Padovani l’ha uccisa ancor prima di toglierle la vita”, e lo ha fatto “spiandola in ogni luogo” e mettendo in atto “per oltre un anno una sequenza di condotte che è qualcosa di allucinante”. A questo, conclude Russo, va aggiunto il fatto che, dopo l’arresto e durante il processo, l’imputato “fino all’ultimo ha cercato di ingannare, simulando una malattia mentale per avere vantaggi processuali”.

I MESSAGGI CHE PROVANO LA PREMEDITAZIONE

La uccido perché lei mi ha ucciso moralmente“. Questa nota scritta sul suo cellulare da Giovanni Padovani il 2 luglio 2022 per la Procura di Bologna è una delle prove del fatto che, come spiega la procuratrice aggiunta Lucia Russo, l’ex calciatore dilettante “già da molte settimane aveva in testa che Alessandra Matteuzzi doveva essere uccisa”. Un delitto, quello poi avvenuto il 23 agosto 2022, così brutale da far dire alla pm Francesca Rago che Padovani non voleva solo uccidere l’ex compagna, ma “cancellare i suoi connotati e la sua bellezza”.

INSULTI E MINACCE: “IO PAGHERÒ MA LEI PAGA”

Esaminando, durante la requisitoria in Corte d’Assise, le aggravanti contestate all’imputato- vale a dire stalking, motivi abietti e futili, premeditazione e legame affettivo con la vittima- Russo afferma senza mezzi termini che Padovani “considerava Alessandra una proprietà”, aggiungendo che “nel loro rapporto non c’è nulla che abbia a che fare con l’amore o con altri sentimenti positivi” e che il giovane “in realtà disprezzava profondamente” la vittima. Questo, secondo la procuratrice, è dimostrato, ad esempio, dai pesantissimi insulti con cui Padovani si riferiva alla donna in una chat con alcuni compagni di squadra. Quanto alla premeditazione, l’accusa ricorda che l’imputato comunicò a più persone la sua intenzione di uccidere Matteuzzi, citando un messaggio scritto in chat ai compagni di squadra in cui diceva: “Io pagherò, ma lei paga“. La requisitoria riprenderà a breve, e dovrebbe concludersi verso metà pomeriggio con le richieste di pena.


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PER L’ACCUSA È “COLPEVOLE OLTRE OGNI RAGIONEVOLE DUBBIO”

“Le prove consentono di appurare le responsabilità dell’imputato al di là di ogni ragionevole dubbio“. Con queste parole la procuratrice aggiunta Lucia Russo inizia la sua requisitoria nel processo a carico di Giovanni Padovani, l’ex calciatore dilettante imputato in Corte d’Assise a Bologna per aver ucciso, il 23 agosto 2022, la sua ex compagna Alessandra Matteuzzi con calci, pugni, martellate e colpi di panchina.

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Ricostruendo il delitto, Russo lo definisce “l’esito di una relazione morbosa e l’espressione di una volontà padronale e di asservimento della vittima da parte di Padovani”, concetto ribadito anche dall’altra rappresentante della pubblica accusa, la pm Francesca Rago. Nel corso del suo intervento, Russo ripercorre l’accaduto riportando le testimonianze dei vicini che hanno assistito all’omicidio, sottolineando che si tratta di dichiarazioni “sostanzialmente convergenti, che dimostrano la ferocia” del delitto. In particolare, tutti i testimoni hanno confermato di aver visto Padovani colpire ripetutamente la vittima con la panchina e con calci al volto e al collo, insultandola, ripetendo che Matteuzzi gli aveva rovinato la vita e dicendo anche: “Non mi interessa andare in carcere, l’importante è che muoia lei”.

In questo momento la requisitoria sta proseguendo, con Rago che sta analizzando le aggravanti contestate all’imputato. Prima dell’inizio della discussione, la Corte ha respinto due istanze presentate dal legale di Padovani, Gabriele Bordoni, che aveva chiesto di effettuare una risonanza magnetica sul suo assistito e di far testimoniare la psichiatra del Rop (Reparto di osservazione psichiatrica) di Piacenza Simona Giuppi.

IN AULA UN VIDEO CON LEI FELICE E DOPO OMICIDIO

Un video di poco meno di due minuti con filmati e foto di Alessandra Matteuzzi felice, che ride e scherza con la sorella e gioca con i nipoti, seguiti da due foto in bianco e nero con l’ex compagno Giovanni Padovani, ora a processo per averla uccisa, e da altre due fotografie del corpo sul lettino dell’autopsia, con il volto sfigurato e tumefatto. Così l’avvocata Chiara Rinaldi, che assiste i familiari della vittima assieme al collega Antonio Petroncini, ha voluto far conoscere ai giudici della Corte D’Assise di Bologna la donna, uccisa da Padovani il 23 agosto 2022.

Questo perché, spiega Rinaldi nella sua arringa, “Alessandra non è mai potuta entrare in questa aula, nessuno le ha dato diritto di replica e lei non può rispondere. Padovani l’ha annichilita, spaventata e infine uccisa, ma lei non potrà raccontarlo”. Stefania Matteuzzi, sorella di Alessandra, non ha retto all’emozione, e al termine del video è scoppiata a piangere, e parlando con i cronisti al termine dell’udienza è tornata a chiedere, in lacrime, giustizia per la sorella. Da parte sua, Rinaldi ha concluso il proprio intervento associandosi alle richieste della Procura, che poco prima aveva chiesto l’ergastolo per Padovani. Nella prossima udienza, in programma alle 10.30 del 22 gennaio, parleranno gli altri legali di parte civile e il difensore dell’imputato, Gabriele Bordoni, e il presidente della Corte, Domenico Pasquariello, ha già fatto sapere che fisserà un’ulteriore udienza per le repliche, al termine delle quali i giudici si ritireranno in camera di consiglio.

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