ROMA – Wireless e real time sono le parole chiave della medicina del futuro, che si svilupperà non solo in sala operatoria, ma anche sulle stazioni spaziali. Come? Affidandosi alla tecnologia 5G. Sembra fantascienza, ma il futuro in cui per operare un paziente si userà lo smartphone come interfaccia “non e’ per nulla lontano”. Lo assicura il primario di Cardiochirurgia dell’ospedale San Camillo di Roma, Francesco Musumeci, parlando con la Dire a margine di un panel a Nse – New Space Economy European Expoforum alla Fiera di Roma.
Centrale è “l’entrata in funzione della rete 5G. Questo consentirà finalmente di poter avere una connessione che sia rapida, wireless e con latenza quasi inesistente, di modo che ci sia una immediata rispondenza tra il movimento del chirurgo sulla consolle e il movimento del robot che opera sul paziente”. C’è di più. Questa possibilità apre la strada anche ad operazioni ‘extraterrestri’. “Si potrà lavorare anche in un contesto spaziale, all’interno di stazioni spaziali”, specifica Musumeci, pensando a missioni verso luoghi “particolarmente lontani, in cui non sarà più possibile riportare il paziente sulla Terra“.
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