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VIDEO | Tutti a ‘scuola’ per imparare le manovre salvavita per i bambini, ma i papà non ci sono

Al corso che si è tenuto al Policlinico S.Orsola di Bologna c'erano anche insegnanti e baby sitter, ma nessun papà. Per il direttore della Pediatria serve una maggior sensibilizzazione ma si può migliorare

Pubblicato:11-10-2022 15:19
Ultimo aggiornamento:11-10-2022 15:20

manovre salvavita bambini anto soffocamento (5)
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BOLOGNA – Mamme, insegnanti e anche baby sitter. Ma i papà no, loro non ci sono (quasi) mai. Dove? Ai corsi per imparare le manovre salvavita per i bambini, neonati compresi. È una cosa che i medici hanno notato da tempo, e il corso che si è tenuto oggi in ospedale, al Policlinico Sant’Orsola di Bologna, conferma la regola: i papà sono i grandi assenti. Al corso che si è tenuto questa mattina al padiglione 16 non ce n’era nanche uno. Ma come mai non riescono a esserci? Pensano forse che non sia importante imparare? O che si tratti di cose ‘da mamme’? Per il direttore della Pediatria d’urgenza del Sant’Orsola, Marcello Lanari, si tratta di lavorare sulla sensibilizzazione e di coinvolgerli sempre più, portando avanti il processo che, da un po’ di tempo a questa parte, vede i papà alle prese con un maggior coinvolgimento nella gestione dei bambini, di quella ‘sanitaria’ almeno. “Quando ho iniziato a fare il medico– racconta Lanari- non c’era mai un papà che portava il bambino in ospedale. Adesso i papà vengono, cambiano i pannolini e si occupano dell’allattamento. Qualcosa sta cambiando, ma bisogna fare di più”.


“BISOGNA SENSIBILIZZARE GLI UOMINI”

Sull’assenza di papà alla ‘lezione’ di questa mattina, Lanari dice: “L’ho notato anch’io, mi dispiace che in molte situazioni gli uomini si chiamino fuori, come se a loro non potesse succedere. Una volta si diceva: l’uomo lavora, la mamma non fa niente. Sappiamo che invece il mondo è cambiato ampiamente e le mamme fanno questo e altro”. Quindi, insiste Lanari, “bisogna sensibilizzare gli uomini e far capire loro che sono parte integrante anche di questi percorsi“.

CORSO SOLD OUT IN DUE ORE

Il corso di stamattina è stato aperto in occasione della campagna ‘Viva!’ organizzata per la settimana dedicata alla rianimazione cardiocircolatoria. E in due ore tutti i posti sono stati prenotati su internet. “Vuol dire che le persone sono molto invogliate a imparare le manovre salva-vita”, sottolinea Ilaria Corsini, responsabile Pronto soccorso pediatrico.


“IL MASSAGGIO CARDIACO PUÒ SALVARE PIÙ DEL DEFRIBILLATORE”

L’arresto nei bambini è diverso dagli adulti, perchè solo nel 10-15% dei casi la causa è cardiaca. Il più delle volte è dovuto infatti a problemi respiratori o ad altre patologie. Per questo “sono più importanti la ventilazione e il massaggio invece del defibrillatore– spiega Corsini- che nel bambino non funziona nella maggior parte dei casi, perchè non sono ritmi defibrillabili. Per cui anche la percentuale di sopravvivenza diminuisce“. Nei bambini infatti è più bassa degli adulti, intorno all’8%. La ventilazione in particolare “è fondamentale- continua la responsabile del Pronto soccorso pediatrico del Sant’Orsola- spesso il bambino lo riprendiamo così, anche prima di massaggiarlo”.

“SE TANTE PERSONE SEGUONO IL CORSO MIGLIOREREMO LE PERCENTUALI DI SOPRAVVIVENZA”

Con questa campagna, dunque, “cerchiamo di avvicinare le persone e miglioreremo come percentuali di sopravvivenza“. I corsi di questo tipo, aggiunge Lanari, servono ad addestrare prima di tutto specializzandi e laureandi, oltre a fare “un refresh per il nostro personale sanitario. E poi permettiamo anche a genitori e insegnanti a partecipare a questi corsi”, dove si impara anche la disostruzione delle vie aeree da un corpo estraneo. “Sono cose che succedono- sottolinea il primario- venendo qui acquisisci anche un’ulteriore sensibilità, perchè hai nelle mani la competenza per salvare una vita. Questo è strategico”.

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