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Pd, Zanda boccia la scissione: “E’ una follia”

Per il capogruppo dem, c'è stata "un'apertura da parte di Renzi molto consistente" sulle possibili modifiche all'Italicum

Pubblicato:11-10-2016 09:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:09

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Unioni-civili-Zanda-Emendamenti-da-singoli-senatori-non-dal-gruppoROMA – “Ieri ho ascoltato interventi molto appassionati e oggi leggo dei resoconti sui giornali parecchio più drammatici”. Così il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda interviene a Radio Anch’io. Per il capogruppo dem, c’è stata “un’apertura da parte di Renzi molto consistente, ha colto il punto” debole per la minoranza “che non è la riforma bensì la legge elettorale e, sulla possibilità di modificarla, ha fatto un’apertura piena”.

“Sulla legge elettorale del futuro Senato il segretario ha proposto di adottare come testo base la proposta della minoranza, il ddl Chiti-Fornaro. Sull’Italicum ha fatto aperture molto chiare sulla possibilità di discutere, e quindi di modificare il ballottaggio, il premio di maggioranza alla lista, le modalità di scelta dei candidati, se con preferenze o con collegio uninominale”.

Spiega poi il capogruppo del Pd al Senato: “Il Partito democratico non ha in Parlamento una maggioranza sufficiente per apportare modifiche all’Italicum, ecco il perché della commissione incaricata di esplorare la possibilità di trovare punti di accordo con le altre forze politiche. Se non si hanno i numeri in parlamento, se non si ha il 51 per cento dei voti, il metodo non può che essere questo”.


Del resto, ricorda Zanda, “durante la segreteria Bersani, ho fatto già parte di una commissione incaricata di esplorare le intenzioni e le possibilità di cambiare il Porcellum” presso gli altri gruppi parlamentari. “Con Violante e Migliavacca” – gli altri componenti della commissione indicata da Bersani – “lavorammo per più di un anno ma senza arrivare ad alcun risultato“.

“Il metodo- insiste Zanda- non può che essere il confronto”. E aggiunge: “Quella della minoranza è una discussione molto politica. Fatico a capire cosa sia possibile dare in più per riportare a un’unità reale il Partito democratico”. Alla domanda sull’eventualità di una scissione, il presidente dei senatori del Pd risponde: “La considero una follia politica assoluta, sarebbe un danno per l’Italia e per l’Europa”. Per le questioni epocali che il mondo attraversa “come la grave crisi economica o i flussi migratori” e per “il peso che l’Italia ha in Europa e nel mondo, abbiamo assoluta necessità di stabilità. E la stabilità del Paese, in questo momento, la garantisce solo il Pd“.

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