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Capire il Cosmo studiando il Sole, a Mestre Solarnet-S3

Intervista dell'Agenzia Dire al professor Francesco Berrilli, fisico dell'Università di Tor Vergata

Pubblicato:11-09-2023 17:38
Ultimo aggiornamento:11-09-2023 18:17

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ROMA – Cinque giorni interamente dedicati al Sole al Museo del ‘900 di Mestre: dall’11 al 15 settembre l’appuntamento è con Solarnet-S3, Sun in Science and Society. Un incontro internazionale per fare il punto sulle conoscenze in fisica solare e per mettere in relazione non solo astrofisici ed ingegneri, ma anche economisti, per una visione globale dell’impatto della nostra stella nell’ambiente spaziale e sulla società. L’Agenzia Dire ne ha parlato con uno degli organizzatori, il professor Francesco Berrilli, fisico dell’Università di Tor Vergata. È stato lui a spiegarci, tra le altre cose, perché il Sole può essere considerato al pari di una ‘stele di Rosetta’ per l’astrofisica. 

“Il Sole è la stella più vicina a noi. È l’oggetto astrofisico che ci consente di vedere con grande dettaglio quei processi fisici che poi sono presenti in tutte le altre stelle, ovviamente in modalità diverse. Sappiamo che ci sono stelle molto più calde, molto fredde, però diciamo che alcuni processi chiave, soprattutto quelli magnetici, sono presenti in altre stelle, ma non sono osservabili”, spiega Berrilli.

Nel caso del Sole “riusciamo quindi a studiare da vicino quella fisica che ci permette di comprendere come questi processi avvengono. Dovendo fare esempi nel campo dell’astrofisica o della fisica in generale, sappiamo che le grandi missioni spaziali, come il James Webb Telescope,  oppure grandi telescopi del futuro, come Elt, cercheranno di osservare le atmosfere degli altri pianeti, di comprendere se è possibile la vita negli altri sistemi planetari o no, allora il Sole e i pianeti del Sistema Solare rappresentano in qualche modo un sistema che noi possiamo osservare  con grande dettaglio. Se vogliamo studiare da vicino quali sono i modi con cui una stella ‘parla’ con i pianeti vicini e le loro interazioni, non solo sulla luce, ma anche le relazioni connesse al campo magnetico, per esempio, che è espulso insieme alla massa della corona, oppure le particelle, e come queste interagiscono con diversi pianeti, noi riusciamo a capirlo guardando il Sole, guardando come interagisce con la Terra, con Marte, con Giove… e quindi abbiamo nel nostro Sistema Solare tutta una serie di dettagli che ci permettono di comprendere come funziona questa interazione anche su oggetti lontani”.


“Se vogliamo fare un esempio campo della fisica- prosegue Berrilli-, noi sappiamo che adesso non riusciamo a produrre energia, a basso costo, pulita, attraverso la fusione nucleare perché non  riusciamo a rendere stabili i plasmi all’interno dei tokamak. Studiare come il campo magnetico della stella interagisce con il plasma atmosferico nella cromosfera e nella Corona, ci permetterà anche di studiare questa instabilità. Quindi, ecco, è un modo con cui noi studiamo processi astrofisici fisici con un laboratorio naturale, il Sole”.

Dallo Spazio alla Terra, il Sole condiziona molte attività umane ed è bene sapere qual è il suo ruolo. Il Sole “è importante perché, banalmente,  il nostro pianeta  è nella eliosfera, vive con questa stella. Il Sole ha un impatto continuo sull’economia. Noi abbiamo lavorato con alcune società che erano interessate al fotovoltaico e che volevano sapere, ad esempio, quali sono gli effetti di una eclissi solare, quali sono gli effetti della variabilità solare. Il sole non è una stella tranquilla, è variabile magneticamente, è variabile in termini di luminosità. Se questa cambia, quanto cambia? Cambia allo stesso modo nel visibile e nell’ultravioletto? Se costruisco un pannello solare, devo sapere dove renderlo più sensibile. Il Sole non c’entra nulla con il global warming, ma ha un impatto sul clima. Ci aiuta, speriamo, a far funzionare le centrali a fusione nucleare– spiega Berrilli-. L’impatto del Sole sulla nostra società è enorme, basti pensare anche allo space weather, vale  a dire tutti quegli effetti che l’attività solare può avere sulle infrastrutture tecnologiche, sui satelliti, sul gps: dal bancomat ai sistemi che usiamo sui telefoni per sapere se c’è traffico o meno, si tratta  di tutti sistemi ad alta tecnologia, impattati dall’attività solare- aggiunge il fisico, a colloquio con la Dire-. Migliaia di anni fa ci sono stati dei superflare, niente di paragonabile all’attività solare degli ultimi decenni. Gli ultimi grandi eventi solari ci furono alla fine dell’Ottocento.  Se si verificassero oggi eventi di quella intensità, beh, sarebbero in grado di spegnere la quasi totalità dei satelliti. Torneremmo agli anni Cinquanta”.

Se volete saperne di più, sappiate che l’evento Solarnet-S3, sebbene riservato agli esperti, sarà accessibile in streaming e prevede, in presenza, un pomeriggio, quello del 12 settembre, aperto a tutti.
ll congresso è organizzato dall’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e dall’Università di Catania nell’ambito del progetto SOLARNET H2020, patrocinato dalla Regione Veneto e dalla Camera di Commercio di Venezia Rovigo, e vede come gold sponsor INAF ed EIE Group Srl e come sponsor ADS e l’European Solar Physics Division.

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