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Caso Orlandi, la sorella di Emanuela: “Da mio zio solo avances verbali, nessuno stupro”

Nelle ultime ore era circolata la notizia di un presunto abuso da parte dello zio Mario Meneguzzi, subito da Natalina, con l'ipotesi di un legame con la scomparsa della sorella Emanuela

Pubblicato:11-07-2023 17:22
Ultimo aggiornamento:14-07-2023 13:00

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ROMA – “Non esiste alcuno stupro. Mio zio mi ha solo fatto avances verbali. Nessuno stupro”. Lo ha detto Natalina Orlandi in una conferenza stampa in corso presso la sede dell’associazione della Stampa Estera, a Roma. Nelle ultime ore era circolata la notizia di un presunto abuso da parte dello zio Mario Meneguzzi, subito da Natalina, con l’ipotesi di un legame con la scomparsa della sorella Emanuela.

Il fatto risale al 1978. “Quando ha capito che non ci sarebbe stato futuro, è finita lì”, ha aggiunto.
Presente anche il fratello Pietro: “Quando ho ascoltato la notizia ho pensato ‘che carogne‘”, ha detto a proposito della divulgazione di una notizia che, secondo la sorella Natalina “tutti sapevano, soprattutto in Procura”.

Vorrei incontrare il Papa privatamente per dirgli delle carogne che gli girano intorno. Qualcuno in Vaticano cerca un modo per scaricare la responsabilità sugli altri, addirittura sulla famiglia”, ha aggiunto Pietro Orlandi.


PIETRO ORLANDI: QUALCUNO DIETRO DIDDI NON VUOLE LA VERITÀ

“Gli italiani hanno voglia di giustizia. Questa commissione parlamentare sono convinto che può portarci a capire cosa è successo”, ha dichiarato quindi Pietro Orlandi, a margine della conferenza stampa: il riferimento è alla Commissione parlamentare che dovrebbe indagare sulla vicenda di Emanuela Orlandi, la giovane cittadina vaticana scomparsa 40 anni fa. Riguardo ai presunti abusi subiti dalla sorella Natalina, dallo zio Mario, Pietro e la stessa Natalina hanno quindi spiegato che “fu una confidenza fatta al padre spirituale della famiglia”, sottolineando come l’averla poi divulgata fosse “un errore. C’era il segreto confessionale”.

La notizia è stata commentata anche da Laura Sgrò, il legale della famiglia Orlandi: “La notizia su Natalina meritava un approfondimento, siamo invece stati travolti. È tornata questa pista che attribuisce responsabilità allo zio- ha proseguito- La sua vita è stata messa in piazza. Avrebbero dovuto chiamare per chiedere”.

Da qui la decisione di organizzare la conferenza: “Ho ritenuto fosse il caso fosse Natalina a dire cosa è successo”. La presunta molestia “risale al 1978”, ha detto ancora Natalina “e non è vero che nessuno lo sapeva. In Procura ne erano a conoscenza”. E ancora: “Ho pensato subito al dolore della moglie di mio zio e ai miei cugini, che non sapevano nulla, con loro non ne avevo mai parlato”. Per Pietro “se un sacerdote riceve una confessione non va bene divulgarla. E la Procura di Roma come lo ha saputo?”.

Inoltre, ha poi sottolineato che quando Emanuela sparì, “mio zio era in vacanza. Ma come lavorano in Procura? Perché ora esce questa cosa? Il Vaticano cerca un modo per scaricare la responsabilità su altri, addirittura la famiglia”.

Ancora Pietro: “C’è sempre la volontà da parte di qualcuno a tenere nascosta la verità- ha detto- Non puo’ essere quella di mio zio, quello fa male alla famiglia. In Vaticano sanno cosa è successo, lo sapeva Wojtyla, lo sapeva Ratzinger e forse probabilmente lo sa pure Francesco che ha capito che 40 anni di silenzio non sono bastati a nulla. Vedo sempre il bicchiere mezzo pieno, mi auguro che Francesco in un rigurgito di coscienza abbia voluto dire ‘basta’. Diddi va avanti da solo? Non credo avrebbe mai il coraggio, la responsabilità e la professionalità di prendere iniziative personali. C’è qualcuno dietro a Diddi che non vuole questa commissione e non vuole arrivare alla verità. Non è Francesco? Lo spero”.

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