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Guardia medica a rischio, i camici bianchi protestano alla Camera

Il rischio è che il servizio sia ridotto del 75%

Pubblicato:11-05-2016 10:39
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:42

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presidio medici

ROMA  – “Se passa l’atto di indirizzo di Regioni e del ministro Lorenzin per il rinnovo della convenzione, così com’è, ci sarà un taglio del 75% della assistenza della guardia medica”. Lo denunciano, con un presidio a Montecitorio, i medici del sindacato medici italiani (Smi), Fp Cgil medici, Cisl medici, Uil Fpl medici e il Sindacato medici del territorio (Simet).

Massimo Cozza, segretario nazionale della Funzione Pubblica-Cgil Medici, spiega alla DIRE: “Con questo provvedimento l’assistenza della guardia medica sarà h 16 e la notte e nei giorni festivi i cittadini si potranno recare solo in ospedale, con il rischio di un aumento di accessi impropri o potranno chiamare il 118 che invece si dovrebbe occuparsi solo delle emergenze/urgenze. Questa- prosegue- è una retromarcia rispetto a quello che si è sempre detto, cioè di potenziare il territorio con la medica generale h 24, lasciando all’ospedale solo le emergenze e le urgenze. Inoltre- osserva il sindacalista della Fp- l’Italia ha tante zone rurali, piccoli comuni e isole, dove la guardia medica rappresenta un importante presidio di sanità pubblica“.


Ci sono poi 7 mila guardie mediche a rischio perché hanno un contratto a tempo determinato con le Regioni sul totale di 25 mila che garantiscono 28 milioni di ore annue di assistenza. “Il servizio- sottolinea lo Smi- è poco costoso: costa 50 centesimi a cittadino. Una riforma così non può restare in conferenza Stato-Regioni, deve occuparsene il Parlamento“.

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