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Fine vita, Coghe (Pro Vita): “Legge peggiorata, in Senato con voto segreto molti contrari”

"Impugneremo la diffida sui nostri manifesti a Roma, è censura"

Pubblicato:11-03-2022 18:56
Ultimo aggiornamento:11-03-2022 19:07
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jacopo coghe
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ROMA – “Secondo i proponenti la legge è stata migliorata, secondo noi invece è stata peggiorata”. Così, in una intervista all’agenzia Dire, il presidente di Pro Vita, Jacopo Coghe, ha commentato l’approvazione alla Camera del disegno di legge sul fine vita.

“Un dato tra i tanti- ha spiegato- è quello che consente di accedere al suicidio assistito con la certificazione di un solo medico. Per accedere all’invalidità c’è bisogno del certificato del medico curante e di uno specialista. Per il suicidio assistito sarà più semplice rispetto che accedere al certificato di invalidità. È preoccupante anche il fatto che ci fossero moltissime assenze in aula durante la votazione, più di 100, su un tema etico così delicato che dovrebbe riguardare tutti”, ha detto ancora Coghe intervistato dal direttore Nico Perrone.

“Sicuramente- ha proseguito- sui temi etici c’è scarso interesse e molta disinformazione. Quello che cercheremo di fare come associazione è informare, anche i senatori”. Coghe ha quindi annunciato l’apertura di “una stagione di conferenze, convegni e dibattiti con le persone. È un tema che sembra per pochi, ma una legge di questo tipo non riguarda solo quei malati che vengono portati agli onori delle cronache. Domani potrebbe riguardare ognuno di noi. È importante che si arrivi a una consapevolezza generale”.
Se, come è successo con il ddl Zan, ci sarà un voto segreto, sicuramente molti altri voteranno contro questo progetto di legge. Immagino che anche da alcuni esponenti della sinistra ci potrà essere un voto contrario”, ha detto poi Coghe in riferimento al prossimo voto in Senato.


IL CASO DEI MANIFESTI RIMOSSI A ROMA

Coghe ha anche commentato la questione dei manifesti con lo slogan ‘Potere alle donne? Facciamole nascere’, diffusi a Roma da Pro Vita in occasione della Giornata internazionale della donne e poi rimossi dall’assessora Monica Lucarelli: “Riteniamo che questo sia un atto assolutamente autoritario, perché abbiamo ricevuto una diffida per la rimozione di questi manifesti e, all’interno di questa diffida, non è stata spiegata la motivazione per cui i manifesti non potevano rimanere affissi. Sicuramente- ha aggiunto- la impugneremo presso il Tar. I consiglieri comunali dell’opposizione stanno facendo battaglia presentando ordini del giorno e interpellanze al Comune anche per avere le motivazioni. Non si rispetta, secondo l’assessora, il regolamento comunale, ma in che punti? E perché? Dove questa campagna è offensiva e lesiva per i diritti delle donne? Vorrei ricordare che è una campagna per il diritto del concepito, non è citata minimamente la parola aborto”.

Continuerete la campagna di comunicazione in altro modo? “Assolutamente sì- ha detto Coghe- in questi giorni a Roma stanno girando delle vele davanti a tutti i Municipi romani con la stessa immagine pubblicitaria. Lunedì alle 13.15 faremo un piccolo flash-mob per manifestare contro questa censura, perché noi riteniamo che debba essere chiamata censura, da parte del Comune di Roma”.
E ancora sui manifesti: “La nostra sede è stata vandalizzata per ben due volte dopo l’affissione. L’8 marzo siamo stati sotto scorta della Polizia per possibili altri attacchi. Hanno imbrattato le vetrine della nostra sede con parolacce e insulti. Sembra assurdo che nel 2022 possa parlare di aborto solamente chi è a favore e non si possa parlare di diritti del concepito, al di là di come la si pensi”, ha concluso Coghe.

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