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A Milano una mostra su Aura Pasa, la partigiana ‘menestrella del lager’

Nata a Belluno nel 1907, antifascista, Aura Pasa venne rinchiusa nel lager di Bolzano

Pubblicato:11-01-2024 16:59
Ultimo aggiornamento:11-01-2024 16:59

aura pasa
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MILANO – È una testimonianza inedita sul campo di concentramento di Bolzano, allestito e gestito dalle Ss tedesche tra l’estate del 1944 e la primavera del 1945, a ridare memoria allo spirito di una donna partigiana, Aura Pasa. Prigioniera dei nazifascisti, ha usato disegni e filastrocche per raccontare il lager. Alla figura di Pasa è dedicata la mostra “Menestrella del lager”, allestita negli spazi della Casa della memoria di Milano, il cui taglio del nastro è previsto questa sera alle 18.

La mostra, progettata e realizzata dall’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti, presenta un ampio estratto dei taccuini di Pasa, affiancati da oggetti, documenti originali e video. L’esposizione sarà visitabile, con ingresso gratuito, da domani a domenica 25 febbraio.

Nata nel 1907 a Belluno, diplomata alla Reale accademia delle Belle arti di Venezia, insegnante di disegno, liberale e democratica, dal settembre 1943 Pasa inizia l’attività di partigiana combattente. Arrestata il 12 ottobre, su delazione di una spia infiltrata tra i partigiani, dopo otto giorni di interrogatori nella sede del Teatro Romano di Verona, è consegnata alle Ss con l’accusa di essere “antifascista, antitedesca e staffetta della divisione Pasubio” e rinchiusa in una cella sotterranea. Il 28 ottobre Pasa è trasferita nel campo di concentramento di Bolzano, dove rimane fino al 29 aprile 1945.


Con la Risiera di San Sabba, il campo di concentramento di Bolzano è stato il principale luogo di detenzione e di tortura nazista in Italia, ma ha subito l’oblio, la rimozione, sin dai mesi successivi alla Liberazione: nei primi anni ’60, al posto delle baracche e delle celle del campo sorgevano una dozzina di palazzine di edilizia residenziale. Solo a metà degli anni ’70 è iniziato il lavoro di recupero della Memoria e furono pubblicati i primi studi, ma ancora negli anni ’80 era difficile trovare qualcuno che sapesse indicare il muro che cinge le case al numero 80 di via Resia, l’unica traccia rimasta del Lager.

I taccuini che Pasa scrisse nel lager di Bolzano, con i suoi disegni e le sue filastrocche, raccontano la vita nel campo: tempi, organizzazione, vita quotidiana, relazioni all’interno del comune destino di detenzione degli oppositori al regime.

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