ROMA – “L’attuale campagna vaccinale necessita, oltre di una capillarità sul territorio, di una organizzazione qualificata al fine di poter coprire, nel minor tempo possibile e senza rischi per la salute, tutta la popolazione. Per questo ci si chiede: perché non affidare i vaccini anche ai laboratori di analisi cliniche, dotati di risorse umane e strumentali necessarie per affrontare la somministrazione ed eventuali reazioni avverse?”. È l’appello lanciato da Claudio Giorlandino, direttore scientifico del Centro ricerche e studi Altamedica di Roma. “Si sta discutendo sulla necessità di coinvolgere il maggior numero di strutture mediche possibile per vaccinare i soggetti e si sta pensando di affidare tale compito anche ai medici di famiglia certamente ben distribuiti sul territorio- spiega Giorlandino- Si deve però tenere conto dell’allarme lanciato il primo di gennaio dalla più importante rivista scientifica mondiale ‘Science’ sul rischio di reazioni allergiche conseguenti alla somministrazione dei vaccini Pfizer e Moderna il primo di gennaio sulla maggiore rivista mondiale “Science” (Science Vol. 371, Issue 6524 pp 13-11, 01 Jan 2021. Pfizer’s vaccine raises allergy concerns). Si segnala infatti che tali vaccini contengono il PEG (polyethylene glycole), un composto la cui riesposizione pone al rischio di shock anafilattico. È quindi fondamentale che il vaccino sia somministrato in una struttura e non da un professionista isolato e non attrezzato per trattare prontamente eventuali reazioni avverse. Pertanto, se si decidesse di affidare la campagna vaccinale ai medici di base, è bene che si preparino a gestire uno shock lavorando in team e disponendo delle strumentazioni di soccorso”. “In questo senso si ritiene che i laboratori clinico diagnostici siano partner ideali per la campagna vaccinale- prosegue il direttore scientifico di Altamedica- Nei laboratori di analisi cliniche si opera già in team e questi centri dispongono già dei presidi richiesti e della opportuna esperienza professionale: i maggiori laboratori hanno già tutte le dotazioni necessarie e i medici sono preparati a trattare reazioni avverse. Mentre le farmacie, a cui sembra si voglia affidare la somministrazione, non potrebbero affrontare eventuali complicanze gravi e improvvise. Dunque esorterei le Regioni a chiedere ai maggiori laboratori clinico diagnostici, spesso legati a poliambulatori o ambulatori chirurgici, dove operano tutti gli specialisti (anche anestesisti e rianimatori) la loro manifestazione di interesse. Sono certo che la maggior parte delle strutture accetterebbe con entusiasmo e senza chiedere compensi oltre le spese del servizio”.
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Covid, l’appello: “Vaccini anche nei laboratori clinico-diagnostici”

Claudio Giorlandino (Altamedica). "Le strutture sono pronte a gestire eventuali reazioni avverse. Laboratori clinico diagnostici partner ideali per la campagna vaccinale"
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