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VIDEO | Suviana, nessuna notizia dei dispersi. Abbassato il livello del lago per agevolare i soccorsi

Alcuni dei feriti sono in prognosi riservata. Bonaccini: "C'è anche un tema sulle partecipate dello Stato"

Pubblicato:10-04-2024 12:46
Ultimo aggiornamento:12-04-2024 19:14
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vigili del fuoco suviana
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ROMA – Continuano le ricerche dei quattro lavoratori ancora dispersi dopo il disastro avvenuto ieri nella centrale idroelettrica di Bargi sul lago di Suviana, nell’Appennino bolognese. Nelle ricerche, fanno sapere i Vigili del fuoco, sono impegnati 100 pompieri, di cui “61 inviati in rinforzo dalle regioni limitrofe”. Sul posto anche “team Usar (Urban search and rescue), sommozzatori, unità Speleo Alpino Fluviali, squadre ordinarie ed esperti topografi”.

Dalle operazioni di ricerca dei dispersi nella centrale di Bargi, “non ci attendiamo in giornata di avere risultati”, rende noto Luca Cari, portavoce dei Vigili del fuoco, in collegamento da Suviana con la trasmissione Diario del giorno su Rete 4.

SUVIANA, ABBASSATO LIVELLO LAGO PER AGEVOLARE SOCCORSI

Per aiutare il lavoro dei Vigili del fuoco è stato abbassato il livello del lago di Suviana. Per ora di circa un metro, ma nelle prossime ore la quota potrebbe abbassarsi ancora. A spiegarlo è la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Irene Priolo, nel corso di un punto stampa nel tardo pomeriggio di oggi alla centrale elettrica sull’Appennino bolognese teatro dell’esplosione di ieri, in cui hanno perso la vita tre lavoratori. Non c’è comunque “nessuno svaso massivo del lago di Suviana- ci tiene a precisare Priolo- sono parametri di gestioni regolari quando si verificano delle emergenze”. Oltre a questo, sempre per agevolare i soccorsi dei pompieri, Enel ha incaricato una ditta specializzata per intervenire con delle “idrovore per togliere acqua dalla vasca in cui si stanno eseguendo le operazioni”, spiega ancora Priolo, sempre “per ulteriore sicurezza” a favore dei soccorritori. Nel frattempo sono stati fatti dei campionamenti delle acque del lago, sia interne che esterne alla struttura, i cui risultati dovrebbero essere disponibili domattina. Al momento, comunque, le analisi di Arpae e Hera “non rilevano” la presenza di inquinanti nelle acque. In ogni caso, “in via precauzionale” è stata installata una “barriera utile per assorbire gli idrocarburi”. Sempre attivo, infine, il servizio di supporto psicologico per i lavoratori e le famiglie messe a disposizione da Enel e dalla Regione, attraverso gli specialisti dell’Ausl di Bologna.


Per quanto riguarda le cause dell’incidente, “i tempi di accertamento presuppongono quantomeno il termine delle operazioni di soccorso. I nostri tempi sono proiettati sul ritrovamento dei quattro dispersi e malgrado 100 Vigili del fuoco al lavoro e tutto l’impegno- sottolinea Cari- sono tempi lunghi anche quelli di ricerca, non ci attendiamo in giornata di avere risultati. Se riusciamo nella notte a riprendere a pieno ritmo, speriamo di trovare condizioni più favorevoli per fare il nostro lavoro”.

Tra i 4 dispersi della tragedia di Suviana c’è anche un dipendente Abb di Sesto San Giovanni. Lo sottolineano Uilm e Fiom di Milano e Brianza che hanno deciso di estendere, per i territori di Milano e Monza e Brianza, a 8 ore lo sciopero previsto per domani 11 aprile 2024. “Davanti a quanto accaduto- evidenzia Vittorio Sarti segretario UILM Milano- esprimiamo tutto il nostro cordoglio e ci stringiamo ai dolore dei familiari delle vittime con l’ansia e la speranza per i 4 lavoratori ancora dispersi, tra cui il dipendente di ABB di Sesto. Domani sciopereremo per la sicurezza e dopo quanto accaduto la nostra protesta deve essere sempre più forte. Non è più possibile assistere a queste stragi continue osservando dichiarazioni e passerelle da parte del governo che pensa di più ai condoni che non alla sicurezza dei lavoratori italiani“.

LA SITUAZIONE DEI FERITI

È in condizioni stabili, ma ancora in prognosi riservata, il 35enne rimasto ferito ieri nell’esplosione alla centrale elettrica di Suviana e ricoverato al Policlinico Sant’Orsola di Bologna. Come riferisce stamattina Tommaso Tonetti, direttore della terapia intensiva polivalente dell’ospedale, l’uomo è arrivato ieri pomeriggio “per un problema di inalazione di fumi. È stato intubato sul posto, lo stiamo mantenendo intubato, è sedato e ventilato meccanicamente. In questo momento è in prognosi riservata e desta preoccupazione il quadro respiratorio“. Al momento, però, è “in condizioni di stabilità clinica. Sta rispondendo alle terapie, e stiamo mantenendo una stabilità sia respiratoria sia dei parametri vitali”. È comunque “ancora troppo presto”, sostiene Tonetti, per fare ulteriori previsioni. “Non siamo in grado di dire che sostanze abbia inalato- aggiunge il primario- ci sono segni di inalazione di fumi, ma non siamo in grado di dire in questa fase quali sostanze si tratta. Comunque non ha riportato ustioni a livello cutaneo”. Il paziente, aggiunge Tonetti, sarà valutato di ora in ora. Jonathan Andrisano, questo il suo nome, è della provincia di Bologna. I parenti sono stati informati e dovrebbero fargli visita nel pomeriggio.

Resta ricoverato al Centro grandi ustioni dell’ospedale Bufalini di Cesena in prognosi riservata uno dei feriti più gravi dell’incidente di ieri alla centrale idroelettrica di Suviana, in provincia di Bologna.
L’ultimo aggiornamento non ha fornito particolari novità sulle condizioni salute del 42enne.

È stato invece dimesso in giornata, con una prognosi di 30 giorni, il giovane del 1999. Il ragazzo è stato trasporto al Bufalini nel tardo pomeriggio di ieri e ricoverato nell’area Osservazione Breve Intensiva del Pronto soccorso prima di essere dimesso oggi.

BONACCINI: “C’È UN TEMA SULLE PARTECIPATE DI STATO”

La tragedia di Suviana “ci ha lasciato attoniti. È un fatto drammatico e anche abbastanza intollerabile. Credo ci sia anche un tema da porre sulle partecipate dello Stato, per cui se ne sta vedendo un po’ troppo spesso, prima le Ferrovie e oggi questo“. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, presente oggi al sit-in della Cisl davanti alla sede Enel di Bologna, e riferendosi al fatto che le tre vittime fossero dipendenti di aziende esterne. “Adesso è il tempo delle lacrime e del dolore, e anche di cercare di recuperare, se possibile, qualcun altro dei dispersi che sia vivo, anche se sappiamo che, come hanno detto i Vigili del fuoco, le cose si stanno mettendo in maniera complicata”, commenta Bonaccini. “Voglio mandare a nome di tutta la Regione la solidarietà, le condoglianze, l’affetto ai familiari delle vittime e dei feriti– prosegue il governatore- abbiamo mobilitato tutto quello che potevamo per mettere la Protezione civile a disposizione dei Vigili del fuoco, abbiamo mobilitato la sanità regionale e il 118. Adesso salgo di nuovo su alla centrale dove tra poco arriverà la ministra Calderone”. E cita lo scambio che ha avuto ieri sera con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Ieri sera ha detto, e lo ringrazio della telefonata, come sempre vicino alle nostre comunità, qua bisogna che si capisca cosa è successo e dove stiano le responsabilità, perché noi nel 2024 non possiamo accettare che si muoia così sul lavoro”.

PRESIDIO CISL A ENEL: “TRAVALICATO IL LIMITE”

“Quando in un settore come questo, che era da sempre impregnato di sicurezza, cominciano ad avvenire cose di questo genere, è ovvio che tutti poi si preoccupano ancora di più. Si è travalicato il limite”. Il giorno dopo la strage alla centrale elettrica di Suviana, la Cisl chiama a raccolta delegati e dipendenti del settore elettrico, con sciopero e sit-in davanti alla sede Enel di Bologna, in via Darwin. Un presidio che ha visto la presenza anche del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, dell’assessore comunale ai Rapporti sindacali Massimo Bugani e del delegato metropolitano al Lavoro Sergio Lo Giudice. La strage alla centrale elettrica di Suviana è “un fulmine a ciel sereno per quanto riguarda l’impianto, ma ovviamente non per quel che riguarda le morti sul lavoro che purtroppo si ripetono”, commenta Roberto Petri, segretario regionale della Flaei-Cisl.

Infatti, l’incidente alla centrale è stato “abbastanza inaspettato, in un impianto collaudatissimo da tanti anni in funzione, che ha anche un’importanza strategica per la nostra regione”. Sulla dinamica, “nessuno sa in realtà cosa è accaduto. Le notizie che ci arrivano sono di un problema tecnico avvenuto su una macchina che stavano collaudando, ma che normalmente sta in servizio con i suoi tempi. Quindi teoricamente non doveva succedere. Anche i tecnici che normalmente operano su quelle macchine si stanno chiedendo se è vero che è successo quello e come mai”. C’è poi il tema del subappalto, dato che i tre lavoratori deceduti ieri erano appunto dipendenti di aziende esterne a Enel. “Quante sono? È quasi impossibile dirlo– ammette Petri- nel senso che molte attività sono sono state esternalizzate, alcune solo in alcuni casi e quindi non è dato saperlo”. Per questo “da sempre la lotta del sindacato è mantenere le competenze all’interno, anche perché mantenendola all’interno si mantiene quella professionalità e quell’attenzione che normalmente, durante la catena del subappalto vanno perse banalmente per questioni economiche, motivo per cui siamo in vertenza con Enel”, ricorda il sindacalista. “Ci sono in atto ulteriori tentativi di esternalizzazione, anche di situazioni piuttosto complesse, manovre su parte dell’impianto piuttosto pericolose. Noi riteniamo che esternalizzare quell’attività significa incrementare ancor di più la possibilità di infortuni anche gravi”.

Adesso però, “stiamo cercando ancora le persone, quindi non è il momento di fare analisi su cosa è successo. Dobbiamo curarci delle persone e un minuto dopo credo che le indagini andranno fatte anche in profondità per cercare se ci sono delle responsabilità e provare soprattutto a togliere tutti i motivi che possono indurre il ripetersi di una tragedia come quella che è stata”. Tra i lavoratori si respira “un’aria pesante: tre persone, tre padri di famiglia, hanno perso la vita sul luogo di lavoro, come purtroppo spesso accade e siamo ancora in trepidante attesa di sapere dei dispersi e di come stanno gli altri feriti gravi. Per questo siamo qui per esprimere vicinanza alle famiglie di queste persone, in questo momento di grave cordoglio e anche di grande emozione”, sottolinea Andrea Cuccello, della segreteria nazionale Cisl.
Il problema della sicurezza sul lavoro, però, “non è un fatto emozionale, è un fatto che deve avere un passo lungo, che non deve bruciarsi con una dichiarazione, ma attraverso un presidio serio e costante sui luoghi di lavoro”. Per questo Cuccello ricorda che questo sabato avrà luogo al Pala Tiziano a Roma la riunione di tutti i nostri responsabili della sicurezza a livello nazionale del sindacato, “proprio per fare il punto della situazione, capire che aria si respira nei luoghi di lavoro, ma anche per condividere quello che in queste settimane il confronto col governo siamo riusciti ad ottenere”, riferisce ancora Cuccello. Infatti, “siamo convinti che c’è da fare sempre di più, perché è un fatto soprattutto culturale che all’interno dei luoghi di lavoro le persone debbano essere costantemente formate ed informate. È una battaglia che non può bruciarsi con una giornata di emozione, ma è un passo lungo”.

Dolore e cordoglio lo esprimono i pensionati della Cisl dell’Emilia-Romagna: “Questo ennesimo gravissimo incidente, in cui lavoratori hanno perso la vita, risultano dispersi, sono gravemente feriti ci lascia sgomenti, perché è inaccettabile che una tale tragedia accada nello svolgimento del proprio lavoro”, dice Roberto Pezzani, responsabile Fnp-Cisl dell’Emilia-Romagna al presidio odierno davanti alla sede Enel di Bologna. “La sicurezza sul lavoro- ribadisce- deve essere prioritaria e garantita a tutti i lavoratori”.

SUVIANA, MOGLIE SUPERSTITE: HA VISTO FIAMMATA, POI FUMO E SCOPPIO

“Lui era fuori con altri due suoi colleghi. Hanno visto questa fiammata e poi il fumo, ha sentito uno scoppio. Era un po’ sotto choc: si conoscono tutti qua…”. È il racconto di un superstite dell’incidente al lago di Suviana, Pierfrancesco Firenze, un dipendente di Enel che lavora alla centrale. Al momento dell’incidente non era all’interno dell’impianto, ma ha visto tutto e lo ha riportato alla moglie, Emilia Ferdighini, che da dove abita, La Spezia, si è recata sul posto.

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