NEWS:

Alla Camera il libro inchiesta ‘Senza madre’ che mette sotto lente periti e giudici

Nel libro le autrici denunciano come nel corto circuito penale e civile saltino le tutele e le protezioni per i minori costretti a finire in casa famiglia o presso il genitore maltrattante

Pubblicato:10-03-2023 10:13
Ultimo aggiornamento:10-03-2023 10:13
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “I giudici hanno abdicato al loro ruolo e si sono affidati alle consulenze tecniche d’ufficio. Negli ultimi 20 anni c’è stato un abuso della psicologia nel processo civile“. A parlare è Francesca Ceroni, sostituta procuratrice in Corte di Cassazione che ha preso parte per la ricorrenza dell’8 marzo alla presentazione del libro d’inchiesta ‘Senza Madre. Storie di figli sottratti dallo Stato‘ (Edizioni Scientifiche Magi) che si è tenuta alla Camera dei deputati, promossa dalla deputata Stefania Ascari.

Alla conferenza hanno preso parte, tra le autrici, Monica Ricci Sargentini, Nadia Somma, Flavia Landolfi. Ceroni, che ha firmato la prefazione del libro ha parlato della necessità di “coordinamento” tra l’autorità giudiziaria civile e quella penale, “per questo- ha precisato- è necessario che il giudice civile si riappropri del suo ruolo per eccellenza, che è quello dell’accertamento del fatto, magari utilizzando i suoi poteri officiosi, che la riforma Cartabia ha ampliato: sentendo gli insegnanti, il pediatra, i vicini di casa”.

La denuncia di violenza nell’ambito delle separazione e dell’affidamento dei figli non può quindi sparire, proprio a tutela dei minori. Nel libro ‘Senza madre’ le autrici denunciano come nel corto circuito penale e civile saltino le tutele e le protezioni per i minori costretti, in nome di perizie che giudicano l’amore e l’accudimento materno come una ‘patologia’, a finire in casa famiglia o presso il genitore maltrattante. Sono proprio i bambini a pagare il prezzo più alto di dolore e trauma nella loro tenera età sottoposti a incontri protetti, diritti di visita imposti in modo non graduale fino ad arrivare ai prelevamenti coatti o nei casi che la cronaca ci ha consegnato ai figlicidi per mano dei padri. Un capitolo dal titolo ‘La strage degli innocenti’ spiega l’infernale meccanismo che ha lasciato mamme e bambini in pasto ai carnefici.


Le dieci giornaliste dall’analisi dei numerosi casi studiati, leggendo fascicoli, relazioni e documenti, nel libro ‘Senza Madre’ denunciano come sia spesso disatteso l’ascolto dei minori, o la correttezza con cui viene svolto, e quanto se ne tenga conto nelle conseguenti decisioni. Non bisogna dimenticarsi inoltre di quei “bambini piccoli che non parlano- ha ricordato Ceroni- per i quali esiste il diritto fondamentale alla vita privata e familiare. Per un bimbo di due o tre anni significa andare nell’asilo in cui va, non vedere ribaltate le sue abitudini, il diritto a non essere strappato alla sua vita”.

La deputata Stefania Ascari, che ha presentato numerose interpellanze parlamentari su casi simbolo di mamme che rischiano di perdere i propri figli dopo aver denunciato violenza, ha ricordato il caso Veleno e il potere che lo Stato attraverso distorsioni del servizio sociale e periti ha esercitato su quelle famiglie togliendo loro i figli. “Quello che accade nei tribunali è gravissimo, una mamma si trova costretta a difendersi da tesi ascientifiche, come chiarito dalla Cassazione. Ancora oggi c’è abuso di perizie che diventano sentenze”, ha dichiarato.

Al termine della presentazione, dopo aver ricordato gli altri passaggi dell’inchiesta di ‘Senza Madre’, le storie raccontate, la vittimizzazione secondaria che donne e minori vivono nelle aule di giustizia, hanno preso la parola alcune mamme presenti in conferenza stampa.

Laura Massaro, vincitrice del Premio ‘cittadino europeo’ per la sua battaglia contro l’alienazione parentale, ha ricordato il “gioco dell’oca”, come lo ha definito, che vede il suo caso, dopo la vittoria in Cassazione, tornato in Corte d’Appello dove i giudici hanno chiesto una quarta CTU, nonostante l’ascolto del minore sia stato pienamente assolto.

E poi Giada Giunti che ha ricordato la sua vicenda e il prelevamento coatto di suo figlio avvenuto mentre giocava a tennis in un circolo sportivo. E poi una mamma che dopo anni di “incontri protetti con sbarre alla finestre”, per l’accusa di essere ostativa e simbiotica, è riuscita a rivedere liberamente suo figlio. “Devo dire grazie al mio avvocato” ammette con emozione: “Ero una mamma al 41 bis”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it