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‘Il signore degli anelli’ entra al museo, Tolkien in mostra alla Gnam

Una mostra documentaria e spettacolare

Pubblicato:09-11-2023 12:18
Ultimo aggiornamento:09-11-2023 12:18
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ROMA – Amato in tutto il mondo, ma oggetto di “travisamento” in Italia, a cinquant’anni dalla morte il ministero della Cultura presenta ‘Tolkien. Uomo, professore, autore’, la prima grande mostra che il Paese dedica al padre del ‘Signore degli anelli’.

Dal 16 novembre all’11 febbraio sarà la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea a ospitare la rassegna rivendicata oggi dal titolare del Collegio romano, Gennaro Sangiuliano. “Non è un incidente, ma un atto deliberato e voluto”, ha detto il ministro applaudito dal pubblico presente in sala Spadolini.

Del resto, ha aggiunto, quando la cultura è così alta non ci sono parti politiche, non c’è destra e sinistra.
“Tolkien era un conservatore, un fervente antifascista, ma anche un fervente anticomunista”, ha ricordato il ministro, sottolineando dell’autore fantasy “i valori della solidarietà, dell’amicizia e della centralità della persona”.


Insomma, Tolkien deve essere considerato “un classico”, e come tale “non appartiene a nessuno, perché è di tutti”. E così lo racconterà la mostra, che presenterà oltre mille tra manoscritti autografi, lettere, memorabilia, fotografie e opere d’arte ispirate alle visioni letterarie legate ai suoi scritti, “i più letti dopo la Bibbia e il Corano”. Dopo le grandi esposizioni allestite a Oxford nel 2018, a Parigi nel 2020 e a Milwaukee nel 2022, quella di Roma – che poi arriverà anche a Napoli e in altre città della Penisola – “racconta in maniera completa la sua figura.

Non sarà solo una mostra documentaria, ma spettacolare, con l’idea di non coinvolgere solo gli addetti e gli studiosi, ma tutto il grande pubblico e i giovani. Prima di essere giudicata, questa mostra deve essere vista. Sarà una grande sorpresa”, ha detto Alessandro Nicosia, organizzatore e co-curatore insieme a Oronzo Cilli dell’evento promosso dal Mic con la collaborazione dell’Università di Oxford e realizzato da Cor.

Diverse le istituzioni internazionali coinvolte, tra cui l’Archivio Apostolico Vaticano, l’Università di Reading, l’Oratorio di San Filippo Neri di Birmingham, il Venerabile Collegio Inglese di Roma, la Tolkien Society, la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e la Fondazione Biblioteca Benedetto Croce, la Warner Bros Discovery e la casa editrice Astrolabio Ubaldini, che nel 1967 pubblicò per la prima volta in Italia il primo volume della Trilogia, La compagnia dell’anello.

“Ma con scarso successo, vendette solo 400 copie”, ha ricordato il segretario generale del Mic, Mario Turetta. Qualche anno dopo uscì tutta la Trilogia per Rusconi, piuttosto in ritardo rispetto alla Gran Bretagna, dove fu pubblicata tra il 1954 e il ’55. “La grande editoria italiana si dimostrò incapace di cogliere il valore e i significati profondi dell’opera di Tolkien.

Questa sordità di certo provinciale, condizionata da conclusioni extraletterarie, fu un tratto tipicamente italiano. Altrove la sua letteratura non subì travisamenti. Mancò il riconoscimento del suo valore”, ha detto il segretario.

Studiato nelle accademie ma spesso ridotto a fenomeno commerciale, lo scrittore entra così nelle sale di uno dei Musei più importanti d’Italia, dove probabilmente arriverà anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, da sempre fan del ‘Signore degli anelli’. “Non è stata sua la scelta di fare questa mostra”, ha precisato oggi Sangiuliano. Sarà questa l’occasione per liberare Tolkien dalle appartenenze politiche?

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