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Il viaggio del Ricordo delle scuole di Roma alla Risiera di San Sabba e a Basovizza

L'assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor: "Questo viaggio suggella ancora di più l'amicizia tra Roma e Trieste"

Pubblicato:09-04-2024 19:47
Ultimo aggiornamento:09-04-2024 19:47

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TREISTE – Un lungo corridoio a cielo aperto delimitato da altissime mura in cemento conduce alla Risiera di San Sabba, stabilimento industriale triestino diventato campo di concentramento e di sterminio nazista tra la fine del 1943 e l’aprile del 1945. Dichiarata Monumento nazionale nel 1965 e Museo civico della città di Trieste, oggi la Risiera è stata visitata dalle scuole di Roma durante il Viaggio del Ricordo organizzato da Roma Capitale e dalla Città metropolitana di Roma, a cui partecipa l’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. I gonfaloni delle due istituzioni capitoline hanno accompagnato gli studenti, un ragazzo e una ragazza, che hanno deposto una corona di alloro sulle strutture originali in mattoni rossi lasciate in piedi dalla furia nazista che la notte tra il 29 e il 30 aprile del ’45, prima di scappare, ha abbattuto il crematorio per cancellare le tracce dei crimini commessi.

Ad accogliere la delegazione romana, l’assessore alla Cultura del Comune di Trieste, Giorgio Rossi. “Voi- ha detto riferendosi alle scolaresche- siete in un luogo in cui si sono perpetrate delle atrocità. Doveva essere un punto di passaggio e invece è diventato anche un luogo di sterminio per italiani, sloveni, croati, partigiani ed ebrei, ma anche disabili e omosessuali. A voi ragazzi dico: attenzione, venite, ma una cosa è vedere il Castello, e una venire qui. Quando entrate in questo luogo dovete fermarvi e non potete tornare indietro con lo stesso spirito con cui siete entrati. Oggi uscite con una grande responsabilità: il Paese, l’Europa e il mondo intero sono nelle vostre mani. Questa responsabilità deve essere qualcosa di serio e di reale. L’augurio è che usciate da qui con un altro senso di responsabilità”.

Le studentesse e gli studenti sono rimasti a lungo di fronte alle 17 microcelle dove venivano rinchiusi i prigionieri prima di essere uccisi dalla polizia nazista. Poi hanno visitato il museo che ripercorre la storia della Risiera e il monumento che svetta nel cielo a ricordare il fumo, simbolo di morte. “Questo viaggio suggella ancora di più l’amicizia tra Roma e Trieste- ha detto l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor- Siamo in un luogo tragico, è bene ricordarlo quando guardiamo queste pietre. Si è trattato di una morte di massa e indiscriminata di ebrei, partigiani, antifascisti, oppositori politici che hanno trovato in questo luogo di disperazione la loro fine. Nel ’65 Saragat sottolineò, nel riconoscere questo un Monumento nazionale, la presenza di un lager dentro il territorio italiano. Questo ci richiama a una responsabilità storica ancora maggiore: l’Italia non è stata fuori dal coro d’ombra dell’Olocausto. E queste mura ce lo raccontano. Ci sono dei momenti in cui ci troviamo a scegliere tra il bene e il male, ed è bene che da questi viaggi non si smarrisca mai questo sentimento di rispetto della vita umana”, ha concluso Gotor.


“Abbiamo fortemente voluto organizzare questo Viaggio del Ricordo- ha detto infine Daniele Parrucci, consigliere delegato della Città metropolitana- perché è importante far vivere ai ragazzi questi luoghi di sofferenza e riportare a casa questa memoria. Qui sono state uccise dalle tremila alle cinquemila persone. Qui riposano e ci tenevamo a venire in questo luogo con voi per onorare la loro memoria”.

Dopo la Risiera, le scuole e la delegazione hanno reso omaggio alla foiba di Basovizza, nel cuore del Carso. Gli studenti hanno raccolto la memoria dei tanti triestini che qui hanno perso la vita durante l’occupazione della città da parte delle truppe jugoslave di Tito e hanno deposto una corona insieme alle cariche istituzionali. Gotor e Parrucci si sono recati infine al monumento in memoria dei quattro giovani sloveni fucilati dai fascisti il 6 settembre 1930. Le due Basovizza, le foibe e il monumento, sono state commemorate in maniera congiunta nel 2020 dai Capi di Stato dei due Paesi, Sergio Mattarella e Borut Pahor. “Alla cerimonia al monumento ai fucilati di Basovizza- ha detto infine Gotor- ha partecipato Štefan Cok, direttore della Biblioteca nazionale slovena, e ci ha raggiunti il presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Renzo Codarin, in un’ottica di pacificazione, riconciliazione ed europeismo che ha ispirato questo viaggio promosso dal Comune di Roma e dalla Città metropolitana”.

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