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Cybersicurezza, “Cruciale formare le persone disabili sui rischi”

Progetto presentato alla Camera dei Deputati: "Quando si parla di soggetti fragili, l’attenzione alla formazione e alla diffusione della cultura della cybersicurezza è ancor più doverosa"

Pubblicato:09-04-2024 18:45
Ultimo aggiornamento:09-04-2024 18:46
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ROMA – Sensibilizzare le persone con disabilità ai rischi della cybersecurity. È questo l’obiettivo del progetto presentato questa mattina presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati e promosso dalla Cyber Security Foundation, la prima fondazione no profit in Italia sul mondo cibernetico, e Capodarco Formazione Impresa Sociale, alla presenza di istituzioni, aziende ed esperti del settore. A fare gli onori di casa, l’On. Alessandro Colucci (Segretario di presidenza della Camera dei deputati, Presidente dell’intergruppo Parlamentare sulla Sicurezza Informatica tecnologica): “Quando si parla di soggetti fragili, come i ragazzi e le ragazze con disabilità- ricorda- l’attenzione alla formazione e alla diffusione della cultura della cybersicurezza è ancor più doverosa. La sicurezza dei dati riguarda la vita di tutti noi a diversi livelli. È necessario dunque rendere consapevoli queste persone sull’utilizzo corretto degli strumenti che hanno a disposizione, tanto straordinari quanto pericolosi. Questo percorso di formazione, di cui vado molto fiero, deve essere divulgato il più possibile. Ci aiuterà a prevenire i principali rischi del dominio digitale. Questo progetto è un grande gesto di altruismo. Prevenire, infatti, significa evitare pericoli ancora più gravi ma anche garantire risparmi da parte dell’Amministrazione Pubblica”.

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Marco Gabriele Proietti (Presidente della Cyber Security Italy Foundation) ha spiegato come è nata l’idea e sottolineato come “la formazione in materia di cybersecurity rivesta un ruolo cruciale nella società digitale odierna: non solo fornisce le competenze necessarie per proteggere sé stessi online, ma diventa anche un mezzo di tutela e emancipazione per i più vulnerabili. Educare ai pericoli digitali non solo difende da minacce online, ma inserisce le categorie fragili in modo più completo nella società digitale, promuovendo l’inclusione e garantendo che siano sempre più consapevoli e in grado di navigare in modo sicuro”.

I ragazzi che seguiamo hanno dai 18 ai 29 anni e presentano un grado di disabilità medio/lieve. Nelle aziende dove svolgono il tirocinio formativo utilizzano il computer per il proprio lavoro. Tutti possiedono un cellulare e utilizzano applicazioni che offrono un’importante opportunità per mantenere e accrescere la frequenza dei contatti sociali. Per questo motivo dare loro una formazione sulla Cyber Security è di vitale importanza visto che i rischi che loro corrono sono superiori a quelli dei loro coetanei che hanno più strumenti per proteggersi”, ha spiegato Claudia Sette, componente del CdA della Capodarco formazione impresa sociale, ente di formazione accreditato alla Regione Lazio, senza scopo di lucro e con finalità solidaristiche e di utilità sociale, in particolare nel campo della formazione sociale e professionale delle fasce deboli della popolazione.


Il progetto è stato illustrato dal responsabile Matteo Macina (vice direttore del CTS della Fondazione): “L’iniziativa rappresenta un vero unicum, primo nel suo genere nel panorama della cyber security. Attraverso incontri divulgativi destinati ai formatori, aiutiamo i ragazzi a ricevere momenti costanti e continuativi di formazione al fine di alzare il livello di consapevolezza e per ridurre i rischi legati alla minaccia cyber cui tutti siamo esposti, in particolar modo le persone fragili. Ci saranno inoltre sessioni dedicate con le persone con disabilità in cui saranno effettuati degli approfondimenti su alcuni scenari di rischio specifici (ad es. gestione delle informazioni sui social network, truffe digitali e deepfake)”.

L’iniziativa, sviluppata a seguito del Protocollo di intesa tra la Cyber Security Foundation e Capodarco Formazione Impresa Sociale e nata su proposta di Eleonora Borgiani (componente del CdA della Fondazione) prevederà due momenti di formazione: uno per i formatori e l’altro peri giovani con disabilità, entrambi effettuati tenuti dagli esperti della Cyber Security Italy Foundation e dagli operatori della Polizia Postale. Tra le tematiche che saranno trattate anche il corretto utilizzo delle modalità di accesso alle risorse informatiche e delle informazioni sui social.

È stato lo stesso direttore della Polizia Postale, Ivano Gabrielli ha sottolinearne l’importanza: “Questa proposta è doverosa non solo perché prende coscienza della realtà ma anche perché offre una visione. Cogliamo dunque la sfida di intercettare abilità che possono essere presenti in ragazzi con disabilità per renderli ulteriormente performanti, in grado di offrirci una prospettiva e un punto di vista diversi che saranno utili a questo settore. Ce ne avvantaggeremmo tutti”.

Tra i partner del progetto anche aziende di rilevanza nazionale e punto di riferimento del comparto, come Tim. “La nostra missione- ha dichiarato Eugenio Santagata (Chief Public Affairs & Security Officer TIM – Chairman & CEO Telsy) – è connettere le persone, abbattendo barriere e distanze. Essere al fianco della Cyber Security Foundation in questa iniziativa rappresenta un ulteriore tassello del nostro impegno verso una crescita inclusiva per la collettività. Siamo convinti che sia fondamentale garantire percorsi di formazione personalizzati ed abilitanti per rendere l’accesso alla rete facile e, al contempo, fornire un quadro aggiornato delle minacce cyber, affinché l’accesso alle risorse digitali non sia un pericolo ma un’opportunità, per tutti, nessuno escluso”.

“L’adozione di tecnologie nuove e avanzate rappresenta sicuramente una opportunità preziosissima per garantire l’inclusione e l’interazione nel mondo digitale dei soggetti più fragili e che soffrono di disabilità cognitive. L’evoluzione tecnologica al contempo crea pericoli digitali con superfici di attacco sempre più ampie, per questo motivo aumentare la consapevolezza dei rischi informatici e utilizzare soluzioni avanzate di difesa sono best practice che permettono sia di tutelare il cittadino in generale sia di garantire la cybersicurezza dei soggetti più fragili, ha invece affermato Alessandro Fontana (Ad di Trend Micro Italia).

Crediamo fermamente che la sicurezza informatica debba essere un diritto universale. Nessuno dovrebbe essere escluso dalla possibilità di navigare in modo sicuro nel mondo digitale. Questo è il motivo per cui ci siamo impegnati a sostenere questo progetto di sensibilizzazione”, ha infine evidenziato Salvatore Frosina (ad di DGS). La moderazione e le conclusioni sono state affidate al direttore del CTS della Cyber Security Italy Foundation, Angelo Tofalo.

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