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Bologna, sfrattata la disegnatrice per cui si era speso anche Flavio Insinna

Il Comune fa sapere di avere offerto delle soluzioni, però rifiutate. Presidio a palazzo d'Accursio

Pubblicato:09-04-2024 17:11
Ultimo aggiornamento:09-04-2024 17:11
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Palazzo-DAccursio
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BOLOGNA – Non sono bastate la solidarietà del popolare conduttore televisivo Flavio Insinna, che si era offerto come ‘garante’, né la raccolta fondi avviata da un’amica su ‘GoFundMe’. Questa mattina l’illustratrice Serena Scandellari e la madre hanno dovuto lasciare l’appartamento di Bologna in cui vivevano da 20 anni e da cui erano state sfrattate.

Lo sfratto era stato dichiarato esecutivo lo scorso ottobre, e intorno alle 7.30 la Polizia si è presentata a casa delle due donne per eseguire il provvedimento. Non ha sortito alcun effetto neppure la presenza di alcuni appartenenti al sindacato Asia Usb, che si sono anche scontrati con gli agenti. In una nota, il sindacato afferma che “il picchetto solidale è stato brutalmente manganellato“, e a quanto si apprende anche un poliziotto sarebbe stato refertato per una contusione. Le due donne sfrattate si sono poi recate a Palazzo D’Accursio, dando vita ad un presidio nel cortile per chiedere una nuove sistemazione.

Sulla vicenda interviene l’assessore comunale al Welfare Luca Rizzo Nervo, che in una nota spiega che questo sfratto è stato “portato meritoriamente all’attenzione dei Servizi sociali dal Tavolo sfratti coordinato dalla Prefettura a febbraio, circa due anni dopo la comunicazione, da parte della proprietà, della fine locazione e senza che gli interessati si fossero fin lì mai rivolti ai Servizi“. Nonostante questo, aggiunge, “i Servizi sociali del Comune, io personalmente e la vicesindaca Emily Clancy ci stiamo occupando della vicenda e cercando soluzioni da tempo”.


Nel corso di questi mesi, scrive Rizzo Nervo, “il Comune ha interloquito con proprietà e ufficiale giudiziario: c’è stato un primo rinvio dello sfratto, che per noi era utile a cercare soluzioni possibili da offrire anche in via transitoria, cosa che è avvenuta“. Infatti, dichiara l’assessore, “è stata proposta alla signora, 75enne, la soluzione di un appartamento protetto, ma questa proposta purtroppo è stata rifiutata”. E oggi, conclude, dopo l’esecuzione dello sfratto “i Servizi sociali hanno immediatamente offerto la possibilità di recarsi da loro per un’immediata collocazione in emergenza delle persone sfrattate, a spese del Comune“. Al momento, però, “le persone non hanno accettato questa soluzione temporanea”, allarga le braccia l’assessore, che si dice anche “dispiaciuto del fatto che alcune forza politiche e sindacali stiano strumentalizzando mediaticamente questa vicenda”.

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