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Via libera al Def, crescita in ribasso. Giorgetti: “Pensiamo ad altri tagli di spesa. Sul debito pesa il disastro del superbonus”

La crescita del Pil viene fissata, per il 2024, al +1%,: è in calo rispetto all’1,2% scritto nella Nadef. Il Def certifica anche un indebitamento netto pari al 4,3% del Pil quest'anno

Pubblicato:09-04-2024 14:56
Ultimo aggiornamento:09-04-2024 19:50

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ROMA – Via libera del Cdm al Documento di economia e finanza. Per il 2024 la crescita del Pil viene fissata al +1%, in calo rispetto all’1,2% scritto nella Nadef, per poi salire all’1,2% nel 2025, all’1,1% nel 2026 e allo 0,9% nel 2027. “Le nostre previsioni per la crescita economica sono viste al ribasso rispetto alla Nadef. Le previsioni di tipo macroeconomico sono complicate da fare in un quadro di carattere internazionale e geopolitico complicato”, ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti presentando i numeri in conferenza stampa.

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Il Def approvato “tiene conto delle nuove regole europee di cui mancano ancora le disposizioni attuative”, ha spiegato il ministro dell’Economia. Il quadro programmatico sarà contenuto nel nuovo Piano fiscale strutturale di medio termine, con scadenza prevista il 20 settembre, “ma è nostra volontà presentarlo anche prima”.


Secondo il Documento, il debito è al 137,8% per quest’anno, al 138,9% nel 2025 e al 139,8% nel 2026. È in risalita, ha spiegato Giorgetti, perché “pesantemente condizionato dai riflessi per cassa del superbonus nei prossimi anni”, ma dal 2027 “comincerebbe a scendere”. Nei dati mensili, l’Enea ha certificato a fine marzo detrazioni maturate finora col superbonus per 122,24 miliardi, con un saldo finale atteso sopra i 210 miliardi, un importo superiore a quello degli investimenti del Pnrr.

Quanto al Piano nazionale di ripresa e resilienza e allo stop ricevuto dal commissario europeo Paolo Gentiloni su una proroga oltre il 2026, Giorgetti ha replicato: “Io faccio il ministro dell’Economia, Gentiloni fa il commissario, Lagarde fa il governatore della banca centrale: posso esprimere il mio auspicio, è una bestemmia? Tra colleghi ministri tutti quanti ci diciamo questo, la commissione rimane ferma, chissà la prossima forse valuterà diversamente. Io la proposta l’ho già portata, mi consigliano di non insistere io invece insisto ma da quando è stato approvato il Pnrr è scoppiata una guerra in Europa, forse qualcuno non se ne è accorto”.

Il Def certifica anche un indebitamento netto pari al 4,3% del Pil quest’anno, che si ridurrà al 3,7% nel 2025, al 3% nel 2026 e al 2,2% nel 2027. “La prossima legge di bilancio dovrà tener conto del nuovo quadro, ma intendiamo confermare il taglio del cuneo fiscale nel 2025”, ha detto il ministro, che ha spiegato: “La decontribuzione che scade nel 2024, intendiamo assolutamente replicarla nel 2025, questo è il vero obiettivo che ci poniamo quando andremo a definire il Programma strutturale”. Poi ha concluso: “Ovviamente al ministero stiamo pensando come si possa ulteriormente andare in direzione dei tagli di spesa. Non auspicavamo il disastro del superbonus anche se credo di averlo evocato in questa sede diverse volte. Questo complica il quadro, onestamente”.

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