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Da Alfonsina Strada a Kathy Switzer, le donne che hanno cambiato lo sport (e la società)

Ma anche Navratilova. "Lucia" Harris, Comaneci... L'elenco è lungo e non esaustivo. Risultati e diritti: una vittoria di genere

Pubblicato:08-03-2024 11:16
Ultimo aggiornamento:09-03-2024 12:53

biles simone donne che hanno cambiato lo sport
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ROMA – Alfonsina Strada o Martina Navratilova. Kathy Switzer o magari Lusia “Lucia” Harris. E Nadia Comaneci? E Simone Biles? L’8 marzo è il giorno adatto per ricordare le donne che hanno cambiato la faccia dello sport. Anticipando spesso – con fatica e resistenze – linee evolutive di società ancora “divise”, fatte a forma di maschio. Eccole, dunque. L’elenco non è esaustivo.

ALFONSINA STRADA Il diavolo in gonna che lottava per l’uguaglianza con la sua bicicletta. L’unica donna a correre il Giro di Lombardia e d’Italia insieme agli uomini. Ha lottato per la parità di genere nel ciclismo, usando una bici come strumento e simbolo della lotta. Nata il 16 marzo 1891 a Castelfranco Emilia come Alfonsa Rosa María Marini, detta Alfonsina, quando si sposò cambiò il suo cognome da Marini a Strada. Poiché a volte dietro una grande donna c’è un grande uomo, Luigi, il suo primo marito, l’aiutò a diventare una ciclista professionista. La bicicletta fu il suo regalo di nozze. Ha vinto 36 gare contro gli uomini. Nel 1911 stabilì il record dell’ora femminile.

BILLIE JEAN KING – La tennista americana, oltre ad aver dominato il tennis tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, passò alla storia nel 1973 quando affrontò in un match di esibizione l’ormai ritirato Bobby Riggs, che aveva 55 anni. Un match passato alla storia come “La battaglia dei sessi“. In tre set vinse Jean King, 6-4, 6-3, 6-3. Nello stesso anno minacciò di boicottare gli Us Open se donne non avessero ricevuto un premio in denaro pari a quello degli uomini. La richiesta fu soddisfatta e lo Slam americano è diventato il primo grande torneo a offrire parità di retribuzione”.


ALICE COACHMAN – Donna e di colore, doppia segregazione. Coachman divenne la prima atleta afroamericana a vincere una medaglia d’oro per gli Stati Uniti. Lo fece ai Giochi Olimpici di Londra del 1948, nel salto in lungo.

KATHY SWITZER – Kathrine Virginia Switzer, nata ad Amberg (Germania) il 5 gennaio 1947, nel 1967 divenne la prima donna a correre una maratona, la Maratona di Boston, con un pettorale ufficiale. Indossava il numero quando entrò nella storia: una foto la ritrae mentre uno dei giudici, Jock Temple, la riconosce e cerca di fermarla. E’ diventata un’icona del femminismo e un simbolo nella lotta per l’uguaglianza. Quella foto fu scelta dalla rivista Time come una delle 100 foto che cambiarono il mondo. Nel 1974 vinse la maratona femminile di New York e arrivò seconda nel 1975. Ottenne poi il suo miglior tempo con il tempo di 2:51:37. Attualmente gestisce “261 Fearless”, un’organizzazione senza scopo di lucro che promuove la creazione di club di corsa per donne. Il numero 261 è stato ritirato dalla maratona di Boston in suo onore.

ENRIQUETA BASILIO – Il 12 ottobre 1968, allo Stadio Azteca, considerata all’epoca la migliore atleta donna, passò alla storia diventando la prima donna ad accendere la torcia Olimpica.

LUSIA “LUCIA” HARRIS – Oggi ha 66 anni, è considerata una delle pioniere del basket femminile. Nel 1976 vinse la medaglia d’argento ai Giochi Olimpici di Montreal e un anno dopo fu la prima donna ad essere selezionata nel Draft NBA, dai New Orleans Jazz, ora Utah Jazz.

NADIA COMANECI – Una smunta ragazza di 15 anni della squadra di ginnastica rumena ai Giochi di Montreal del 1976 ottiene il primo punteggio perfetto nella storia della ginnastica olimpica. In due partecipazioni ai Giochi, anche ai Giochi di Mosca del 1980, ha vinto nove medaglie: cinque d’oro, tre d’argento e una di bronzo.

MARTINA NAVRATILOVA – E’ considerata una delle migliori tenniste della storia. Ha vinto 18 titoli del Grande Slam ed è stata sei volte di fila campionessa di Wimbledon (dal 1982 al 1987). Nel 1975, a soli 18 anni, decide di lasciare il suo Paese, la Cecoslovacchia, e chiedere asilo politico negli Stati Uniti. E’ stata una delle prime donne a dichiarare apertamente la sua bisessualità. Un tabù nello sport. Da allora è diventata un punto di riferimento per la comunità gay. Continuò a giocare fino al 1994 e tornò addirittura tra il 2002 e il 2006. Donald Trump l’ha definita una “minaccia per il mondo”. Ha fatto la proposta di matrimonio alla compagna Julia Lemigova, ex modella e imprenditrice russa, durante una pausa degli US Open 2006 davanti alle telecamere.

HASSIBA BOULMERKA – Il simbolo delle atlete africane. Il suo oro ai Campionati mondiali di atletica di Tokyo nel 1991 fu il primo per un’atleta di quel continente e la sua vittoria ai Giochi di Barcellona 92 la prima nella storia dell’Algeria. Gareggiava a capo scoperto e in pantaloncini corti. Fu una rivoluzione per gli atleti musulmani.

ANNIKA SORENSTAM – La leader assoluta del golf negli anni ’90. In carriera ha vinto 93 titoli. Nel 2003 è diventata la prima donna a partecipare a un torneo maschile del PGA Tour. Dal 2003 fa parte della Golf Hall of Fame.

ELLEN MACARTHUR – È stata la donna più veloce a compiere una traversata transatlantica in solitaria tra il Regno Unito e gli Stati Uniti e la persona più veloce a circumnavigare il mondo in solitaria e senza scalo. Una vita girando il mondo in barca, accumulando numerosi record e riconoscimenti, e promuovendo uno stile di vita sostenibile.

SERENA WILLIAMS – Ventitré titoli del Grande Slam e quattro medaglie d’oro ai Giochi Olimpici. Un mito del tennis. Donna e nera, con la sorella Venus ha fatto la storia civile di uno sport ricco e “bianco”. Nel 2017 ha vinto gli Australian Open nascondendo la gravidanza.

MARTA VIEIRA DA SILVA – E’ uno dei volti più noti del calcio femminile. La giocatrice brasiliana dell’Orlando Pride, conosciuta nel suo paese come “A Rainha”, è stata scelta 5 volte come miglior giocatrice del pianeta. E’ capocannoniere della storia ai Mondiali, e ha vinto due medaglie d’argento ai Giochi Olimpici e un secondo posto ai Mondiali del 2007.FOTO: JEAN-PHILIPPE KSIAZEK AFP Biles aveva 19 anni quando ha debuttato ai Giochi Olimpici di Rio 2016 e, grazie a solide prestazioni, è diventata la stella della squadra di ginnastica femminile americana. In totale, durante i Giochi ha vinto 4 medaglie d’oro e un’altra d’argento. Oltre all’esibizione a Rio, è stata campionessa del mondo di ginnastica in 5 occasioni, oltre a vari titoli mondiali in diverse discipline (attrezzi, sbarra e volteggio).

SIMONE BILES – Aveva 19 anni quando ha debuttato ai Giochi Olimpici di Rio 2016 ed è diventata la stella della squadra di ginnastica femminile americana. Ai Giochi ha vinto 4 medaglie d’oro e un’altra d’argento. E’ stata campionessa del mondo di ginnastica in 5 occasioni, e ha vinto quasi tutto in diverse discipline (attrezzi, sbarra e volteggio).

MAYA MOORE – Una delle migliori giocatrici di basket della storia, ha interrotto la sua carriera a soli 29 anni per combattere le ingiustizie del sistema legale americano. Votata come la più grande vincitrice nella storia del basket femminile da Sports Illustrated nel 2017, era stata la numero 1 al draft nel 2011. Con Minnesota ha vinto quattro anelli, è stata Mvp della stagione e della finale, sei volte all star, Top Scorer, Rookie of the Year. Ha vinto quattro ori con il Team USA dal 2010 al 2016, due ai Mondiali e due alle Olimpiadi.

MEGAN RAPINOE – Un’icona oltre il calcio. Non è solo una delle migliori giocatrici dell’ultimo decennio, ma anche un’attivista contro le disuguaglianze, uno dei volti più noti dello sport americano. Pallone d’Oro nel 2019, è una delle stelle della squadra statunitense campione del mondo in carica, capace di fermare il Paese e di attirare più di 14 milioni di spettatori davanti alla tv per la finale dei Mondiali. E’ sposata con la quattro volte campionessa olimpica di basket Sue Bird.

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