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“Oggi la lezione ve la diamo noi”, in sciopero le donne della ‘Sapienza’

In molti tra gli studenti hanno aderito allo sciopero nazionale organizzato da 'Non una di meno' per la Festa internazionale delle donne

Pubblicato:08-03-2017 11:55
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:59

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ROMA – Stamattina né fiori né mimose alla Sapienza di Roma. Sui visi disegni tribali, le mani reggono striscioni e le voci scandiscono slogan.

In molti tra gli studenti dell’ateneo hanno aderito allo sciopero nazionale organizzato dall’associazione ‘Non una di meno’, in occasione della Festa internazionale delle donne.

Le ragazze hanno sospeso la didattica per un giorno con un messaggio chiaro: “Oggi la lezione ve la diamo noi– si legge su uno degli striscioni- sul nostro corpo non decidete voi”. E ancora: “Se le nostre vite non valgono, allora scioperiamo, il sapere è la nostra arma”.


Salario minimo garantito, maggiori diritti per maternità e salute, stop al lavoro gratuito, reddito di autodeterminazione, ma soprattutto libera autonomia del proprio corpo e “mai più violenza di genere”, sono solo alcune delle rivendicazioni da parte delle giovani scese in piazza questa mattina.

“Questa è una mobilitazione trasversale che sta coinvolgendo tutti- ha detto una manifestante- lo scorso 26 novembre lo abbiamo già dimostrato: migliaia di persone in piazza in una fase in cui si parlava solo di referendum. Le donne hanno saputo dimostrare che la violenza non è una questione solo emergenziale e i femminicidi sono la punta dell’iceberg di un problema culturale molto più profondo”. La mobilitazione, iniziata a metà mattinata ai piedi della statua della Minerva davanti alla sede del Rettorato, prevede un’assemblea generale e un mini-corteo all’interno della città universitaria. Durante le prime fasi della protesta, anche un siparietto con il rettore Eugenio Gaudio. Durante una foto di gruppo con alcuni studenti spagnoli, sulla scalinata del rettorato, Gaudio è stato incalzato dai manifestanti che con il megafono gli hanno chiesto se lui e gli studenti intendessero aderire allo sciopero: “Questi ragazzi sono stranieri”, ha risposto laconico il rettore.

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