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L’appello del Nobel Mukwege: “L’Ucraina lo ha dimostrato, l’umanitarismo a geometria variabile non può durare”

"La guerra in Ucraina ha messo in luce l'immenso fossato tra cosa è possibile fare quando la comunità si mobilita e le sofferenze delle persone che vivono lontane dai riflettori".

Pubblicato:07-10-2022 14:56
Ultimo aggiornamento:07-10-2022 15:47

DENIS MUKWEGE
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MILANO – “In risposta alla crisi ucraina c’è stato uno slancio umanitario di qualità. Ma la situazione nel mondo peggiora per milioni di persone. L’umanitarismo a geometria variabile non può durare. Attanasio aveva compreso che la politica del doppio standard non avrebbe fatto altro che minare la credibilità della diplomazia internazionale. Bisogna prenderne coscienza e mobilitarsi per rendere giustizia a milioni di congolesi”. Così il premio Nobel per la Pace del 2018 Denis Mukwege, intervenendo come ‘Keynote speaker’ all’apertura dell’anno accademico dell’Università Bocconi di Milano, lancia un appello in ricordo di Luca Attanasio, ambasciatore italiano ucciso in Congo nel febbraio 2021 è laureato della Bocconi.

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“Ho avuto il piacere di parlare con lui a più riprese- ricorda Mukwege- prima che fosse assassinato durante una missione umanitaria nel nord Kivu. Ho il ricordo di un uomo altruista, che combatte per i diritti umani, delle donne, dei bambini e dei più fragili. Sono qui oggi per onorare la sua memoria, convinto che esista solo una via per farlo, che è quella della pace. In Congo c’è una crisi dimenticata da più di un quarto secolo. I media fanno astrazione di un dramma. Uomini come Attanasio sono l’eccezione”.


L’attivista congolese ricorda che “quando abbiamo fondato l’ospedale della Fondazione Panzi nel 1999 la nostra regione era distrutta dalla guerra. La prima paziente è stata per un parto cesareo, ben presto ci siamo accorti che la violenza sessuale era usata come una tecnica di guerra. Non una crisi umanitaria, ma una crisi dell’umanità. I gruppi che fanno le violenze lo fanno nello stesso modo, per umiliare e terrorizzare le loro vittime. Abbiamo curato bambine piccole fino a donne di 80 anni. Queste violenze di massa, che avvengono in pubblico e davanti ai familiari, portano alla distruzione del tessuto sociale”.

Per affrontare questa situazione, Mukwege ha sviluppato “un modello di assistenza olistico per offrire un pacchetto di cure completo, personalizzato e centrato sulle loro necessità. Dopo che la donna è umiliata, è respinta dalla società, deve ritrovare fiducia in se stessa per ricominciare a vivere. E spesso le nostre pazienti diventano attiviste dei diritti umani, delle donne e dei loro bambini“.

Nella Repubblica Democratica del Congo, prosegue Mukwege, “dal 1990 c’è una guerra con milioni di morti, milioni di stupri e oltre 5 milioni di sfollati. La guerra non è mai finita e la violenza continua ancora oggi. Siamo ancora in un contesto di violenza armata. Tra le cause della violenza soprattutto la predazione delle risorse naturali, cause economiche legate alla complicità delle multinazionali edi alcuni politici. La giustizia è stata sempre sacrificata da tutti gli accordi di pace che non considerano la gravità dei crimini commessi”.

Secondo Mukwege, però, “la guerra in Ucraina ha messo in luce l’immenso fossato tra cosa è possibile fare quando la comunità si mobilita e le sofferenze delle persone che vivono lontane dai riflettori. Vi invito ad agire per fermare il ciclo infernale della violenza organizzato da chi saccheggia le risorse naturali. Chiunque ha uno smartphone deve sapere che ha una parte di responsabilità, perché l’80% dei minerali necessari per i prodotti tecnologici si trovano in Congo. Ma questi materiali non devono provenire da zone dove il corpo delle donne è utilizzato come un campo di battaglia”.

L’APPELLO DEL PADRE DI LUCA ATTANASIO: STATO CERCHI VERITÀ A SCHIENA DRITTA

“Ogni momento che ricorda Luca è un momento che serve a raggiungere la verità, affinché questa storia non cada nell’oblio e lo stato abbia un sussulto di orgoglio e a schiena dritta cerchi la verità“. Così Salvatore Attanasio, padre di Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano ucciso nella Repubblica Democratica del Congo nel febbraio del 2021, a margine della cerimonia di apertura per l’anno accademico dell’Università Bocconi. Durante la cerimonia è stato ricordato Luca, laureato alla Bocconi, con l’intervento del premio Nobel per la pace del 2018, il medico congolese Denis Mukwege.

Proprio l’incontro con Mukwege, aggiunge Salvatore Attanasio, “è stato un momento di grande emozione. Noi non abbiamo mai avuto il piacere di conoscerlo prima, lo abbiamo conosciuto ieri quando è arrivato e devo dire che è una persona eccezionale, di grande carisma“.

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