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8 marzo, “Niente mimose ma una firma al ddl figlicidi”: l’appello della mamma di Federico Barakat

A parlare con l'agenzia Dire è Antonella Penati, mamma di Federico Barakat ucciso dal padre in un incontro protetto a soli 8 anni nel 2009, figlicidio per il quale nessuno ha pagato

Pubblicato:07-03-2024 09:32
Ultimo aggiornamento:07-03-2024 18:43
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ROMA – “L’ 8 marzo non è tanto una festa delle donne, ma un modo per ricordare le battaglie delle donne per la libertà e i diritti e anche per la tutela dei propri figli. Il mio appello per l’8 marzo alle donne e agli uomini è quello di firmare l’appello su change.org che chiede allo Stato italiano di approvare il disegno di legge 91 sui figlicidi che è della massima importanza per l’infanzia italiana. Il ddl è stato proposto in Senato su istanza dell’Associazione Federico nel cuore www.federiconelcuore.com e UDI Unione delle Donne in Italia www.udi.it, dalla senatrice Valeria Valente, sottoscritta da numerosi senatori sia di opposizione che di maggioranza.

“Il ddl 91 è sostenuto dalla Fondazione Uno nessuno Centomila, UIL, CISL, CIF, e da numerose organizzazioni e anche da diversi Comuni che stanno sottoscrivendo l’appello che sollecita il governo ad approvare il Ddl 91 in tempi brevi. E’ inaccettabile che il ddl non sia stato nemmeno discusso dopo oltre 2 anni dal deposito in Commissione Giustizia del Senato“. A parlare con l’agenzia Dire è Antonella Penati, mamma di Federico Barakat ucciso dal padre in un incontro protetto a soli 8 anni nel 2009, figlicidio per il quale nessuno ha pagato: né il padre che si è suicidato né i servizi sociali che lo avevano in custodia per decreto del Tribunale che non aveva creduto alle parole della mamma sulla pericolosità del padre di suo figlio.

Sempre la mamma di Federico, presidente dell’Associazione Federico nel cuore (che da anni rileva i dati sul figlicidio) sottolinea che il fenomeno “non è preso in adeguata considerazione dallo Stato tant’è che non viene rilevato una statistica ad hoc dalla Istat consentendo che in Italia girino dati ed interpretazione sul fenomeno totalmente discordanti. Dal 2000 ad oggi sono 546 i figlicidi eppure lo Stato ci chiede di fare figli, ma- aggiunge- non vuole normare alcuna responsabilità quando i bambini sono affidati allo Stato. Per assurdo questo vulnus di legge che il ddl 91 vorrebbe colmare determina il fatto che i bambini possono essere uccisi o patire forme svariate di violenza ma nessuno ne risponde. Si nega così il diritto costituzionale di protezione e di tutela della vita in capo allo Stato quando quest’ultimo affida a terzi la loro tutela”, sottolinea con forza Antonella Penati.


Il disegno di legge, di cui è stata prima firmataria la senatrice Valente prevede la riforma dell’articolo 317 ter nel Codice Civile, per disporre che nei casi di allegazioni di violenza il giudice, anche d’ufficio, decida l’immediata sospensione del diritto di visita del genitore violento, assuma misure di protezione, e disponga l’affidamento temporaneo del minore all’altro genitore, o, nel caso d’impossibilità, ai parenti di questo entro il quarto grado.
In particolar introduce il principio di responsabilità rispetto la tutela fisica e psichica del minore per tutti coloro al quale hanno affidato anche temporaneamente un minore ovvero riconoscere il suo diritto costituzionale alla tutela della vita e ad essere protetti.

Troviamo grandi difficoltà a far capire che i bimbi sono importanti non sono quando ci viene chiesto di metterli al mondo, ma anche dopo quando quando vanno protetti da un sistema che vive sullo scarico delle responsabilità. Il ddl richiama tutti noi a lavorare con responsabilità affinché il modus operandi sia più attento ai pericoli che corrono i bimbi che vivono in mezzo ad un conflitto genitoriale, o alla violenza. Questa legge salverebbe loro la vita, non come è accaduto a mio figlio Federico, ridurrebbe i rischi di esposizione del minore a situazioni di violenza anche psicologica che li segnano a vita”.
“Non voglio una mimosa l’8 marzo- continua Antonella Penati- ma un atto civile: firmate l’appello su change.org, proposto da Udi, Federico nel cuore onlus, Uil, Una nessuna cento mila, da CIF e tante altre organizzazioni, che ringrazio. E chiedo a tutte le associazioni femministe e di impegno sociale di farmi pervenire la loro firma nell’appello che stiamo portando al presidente Mattarella e ai Presidenti della Camera e Senato e alla ministra Eugenia Roccella unitamente alle firme affinchè sia approvato. E’ importante che superiamo le oltre 60mila firme già raccolte tra prima e seconda petizione. Il Governo è silente e non si capisce perchè questo Ddl non si riesce nemmeno a discutere. I bambini- lancia l’appello la mamma di Federico- devono essere protetti: è il popolo a chiederlo e quando un bimbo è affidato allo Stato, lo Stato deve tutelarlo nel diritto alla vita. Non farlo non è da Stato civile”.

“Dal 2014- aggiunge infine- ho chiesto l’istituzione di una giornata dedicata al figlicidio: è rimasta lettera morta e giace in Commissione Giustizia della Camera. Le firme delle organizzazioni che desiderano essere inserite nell’appello che verrà inviato al Governo unitamente alla petizione che esortiamo a firmare possono essere inviate alla mail: presidente@federiconelcuore.org“.

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