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Cyberbullismo, Ferrara: “Per contrastarlo bisogna lavorare insieme ai ragazzi”

Il direttore della Casa pediatrica Asst Fatebenefratelli-Sacco lancia l'allarme: "Il tema deve essere trattato da esperti e professionisti, no a privati poco preparati"

Pubblicato:07-02-2017 13:53
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:52

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MILANO – “Lavorare ‘con’ i ragazzi, non solo ‘per’ i ragazzi“. Questo è il monito della senatrice piddina Elena Ferrara, prima firmataria del disegno di legge sul contrasto al bullismo e al cyberbullismo. In occasione della Giornata nazionale contro il bullismo e del convegno ‘Felici di navigare, la rete contro il cyberbullismo‘ promosso dalla Casa pediatrica Fatebenefratelli-Sacco, Ferrara spiega alla Dire che la legge deve ancora giungere alla sua approvazione definitiva: “Negli ultimi anni la percezione del fenomeno è aumentata, la legge purtroppo non ha ancora raggiunto la sua approvazione definitiva, alla terza lettura al Senato adesso deve nuovamente fare il passaggio alla Camera” fa sapere la senatrice dem, perché la legge “è stata sostanzialmente riemendata e riportata nello scritto originario, cioè quello che punta sui minori e sulla prevenzione”.

Insomma, si deve partire dai ragazzi, perché “questa giornata, voluta fortemente dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, e dall’allora ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, è una giornata importante” a detta di Ferrara, soprattutto perché “si colloca all’interno del Safer internet day ma nello stesso tempo promuove un’iniziativa squisitamente italiana”, un’iniziativa volta a risolvere i nodi che impediscono un’efficace strategia di contrasto al fenomeno. Oltre al coinvolgimento dei ragazzi infatti il problema come sostiene la senatrice “è quello di avere un forte coordinamento, infatti la legge propone un tavolo interministeriale”, conclude.




PICCHIO: COINVOLGERE RAGAZZI, MA ANCHE CURARLI

“Oltre al coinvolgimento dei ragazzi poi bisogna trovare qualcuno che sappia curare queste patologie”. Paolo Picchio, padre di Carolina, la ragazza suicida nel 2013 in seguito a prevaricazioni di bulli, in occasione del convegno promosso al Palazzo di Giustizia di Milano per la Giornata nazionale contro il bullismo, spiega cosa lo ha spinto a scrivere alla figlia: “È una cosa del tutto personale perché nessuno dimentichi quella che è stata l’evoluzione in questi quattro anni”, racconta Picchio. Sono infatti passati quattro anni dal gesto e dal messaggio di Carolina, un messaggio purtroppo “fondamentale per far partire un movimento che ha portato alla luce il cyberbullismo“. Tramite le parole della sfortunata quattordicenne sono infatti arrivati “sia il disegno di legge sul cyberbullismo, sia tutte le attività legate alla Casa pediatrica Fatebenefratelli-Sacco per la cura di questi ragazzi, sia vittime che bulli” conclude Picchio.

BERNARDO: CONTRASTO SIA AFFIDATO A PROFESSIONISTI COMPETENTI

“Purtroppo leggendo i giornali e guardando la televisione vediamo come molti privati tendono a occuparsi di quello che è il contrasto di queste attività. Attenzione, perché pur facendolo in buona fede il rischio davvero è di non essere preparati e creare dei vuoti nel momento in cui il ragazzo o la famiglia chiedono aiuto”. Il direttore della Casa pediatrica Asst Fatebenefratelli-Sacco, Paolo Bernardo, sentito dalla Dire a margine del convegno organizzato in occasione della Giornata nazionale contro bullismo e cyberbullismo al Palazzo di Giustizia di Milano, mette in guardia da possibili strumentalizzazioni messe in campo da privati, talvolta in buona fede e talvolta a fini terzi, che si propongono come sensibili a un tema in realtà delicatissimo, laddove invece deve essere necessario un intervento di esperti e professionisti. Quando il tema viene trattato con superficialità di solito, come dice Bernardo, “dopo un normale coccolamento non c’è un percorso di cura”, e questo è molto pericoloso: “Stiamo attenti- ammonisce il direttore della Casa pediatrica- perché non vorremmo più vedere né quest’anno né mai suicidi di ragazzi abbandonati. La solitudine è il momento peggiore”.

di Nicola Mente, giornalista

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