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Caso Lamborghini, le testimonianze: “Tonino sapeva di essere padre di Flavia Borzone”

La donna sostiene di essere figlia dell'imprenditore e per questo è sotto processo per diffamazione a assieme alla madre Rosalba Colosimo

Pubblicato:06-05-2024 17:50
Ultimo aggiornamento:06-05-2024 17:56
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Photo Credits: Tonino Lamborghini Instagram

BOLOGNA – L’imprenditore Tonino Lamborghini, erede di Ferruccio, fondatore dell’omonima casa automobilistica, avrebbe avuto “la conoscenza precisa e consapevole, oltre che espressa, di essere il padre” di Flavia Borzone, la 36enne che sostiene di essere figlia dell’imprenditore e che per questo è sotto processo per diffamazione a Bologna assieme alla madre Rosalba Colosimo. Lamborghini, che nel procedimento è parte offesa, nega infatti di essere il padre della donna, ma nell’udienza che si è tenuta questa mattina davanti al giudice Anna Fiocchi i difensori di Borzone e Colosimo hanno prodotto i verbali di una serie di testimonianze raccolte in fase di indagini difensive, affermando che da due di queste testimonianze- tra cui quella della sorella di Colosimo- emergerebbe che l’imprenditore avrebbe sempre saputo che Flavia Borzone era sua figlia e che, pur rifiutandosi di riconoscerla, si sarebbe offerto di sostenerla economicamente.

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L’avvocato Sergio Culiersi, uno dei legali delle due imputate- gli altri sono Gian Maria Romanello e Carlo Zauli- ha chiesto al giudice di poter leggere in aula alcuni passaggi delle testimonianze, definendoli “determinanti per sottolineare la conoscenza precisa e consapevole, oltre che espressa, da parte di Tonino Lamborghini di essere il padre dell’allora minore Flavia Borzone”. Fiocchi, però, non ha acconsentito, sottolineando che “gli atti sono già stati acquisiti con il consenso delle parti” e che, di conseguenza, una loro lettura in aula sarebbe stata inutile.

IL TEST DEL DNA

Nel corso del procedimento, nei mesi scorsi, c’era stato un altro episodio controverso, quello del test del Dna fatto eseguire dai difensori delle imputate su una cannuccia con la saliva di Elettra Lamborghini, secondogenita di Tonino. La cannuccia era stata buttata nella spazzatura e recuperata dagli investigatori privati nominati dai legali, e dai test svolti da una docente dell’Università di Ferrara sarebbe emersa una corrispondenza tra il Dna di Elettra Lamborghini e quello di Flavia Borzone. Da parte sua, l’imprenditore e il suo legale Mauro Bernardini avevano da subito contestato questa prova, affermando che il Dna di Elettra fosse stato preso in maniera illegale. Con l’udienza odierna l’istruttoria è di fatto terminata, anche se la chiusura formale sarà dichiarata solo nella prossima udienza, fissata per le 15.30 del 17 giugno e nella quale è prevista anche la discussione. Resta da vedere se la sentenza sarà pronunciata già il 17 giugno, o se invece verrà fissata un’ulteriore udienza.

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