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Gino Paoli su Sanremo 2024: “Squallido spettacolo, arrivano soprattutto canzoni di mer**a”

Il cantautore regala la sua opinione intervistato dal podcast Tintoria e rimpiange il passato: "Sanremo era la chance della vita. Era un fatto globale perché le canzoni venivano scelte da un'editore, non da uno che fa il tabacchino"

Pubblicato:06-02-2024 17:46
Ultimo aggiornamento:06-02-2024 17:46
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ROMA – In tanti acclamano il Festival di Sanremo e non vedono l’ora sia stasera per ascoltare i 30 BIG in gara. L’appuntamento con la 74esima edizione è alle 20.40 su Rai1, ma non per Gino Paoli. Il cantautore ha assicurato che non lo guarderà. Il motivo è tutto nella qualità dei brani, secondo lui non all’altezza della kermesse. Lo ha spiegato in un’intervista rilasciata al podcast Tintoria.

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“Sanremo è cominciato in questa maniera: venivano chiamate le case discografiche e queste facevano un filtro presciso, mandavano le canzoni più belle che avevano. Arrivavano, quindi, le migliori canzoni di tutte le case discografiche. Era il Festival della Canzone, canzone e basta. Non era neanche importante chi la cantasse”, ha dichiarato.


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Oggi non è più così per l’autore di canzoni storiche come “Il cielo in una stanza”, “Senza fine” o “Sapore di sale”: “Poi la televisione si accorge che lo spettacolo Sanremo funziona e se ne appropria. Lo fa diventare lo squallido spettacolo che è adesso. È la ripetizione di qualsiasi spettacolo televisivo. Nani e ballerine, c’è un po’ di tutto. Contano gli scandali per far parlare“.

E ancora ha raccontato dal passato: “Sanremo era la chance della vita. C’era gente che andava a Sanremo e diceva ‘Se non vinco mi ammazzo’. Piero Focaccia mi ha detto così. All’inizio non era così, la canzone usciva e la cantavano anche in Giappone”.

Infine, l’affondo: “Era un fatto globale perché le canzoni venivano scelte da un’editore, non da uno che fa il tabacchino. Avevano dei filtri talmente importanti che la canzone di mer**a non arrivava a Sanremo, invece adesso arrivano soprattutto quelle di mer**a“.

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