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NAPOLI – “Sto tutto fusion è il titolo del disco ma è anche il titolo della mia vita”. Così il cantautore napoletano Ciccio Merolla presenta alla Dire il suo ultimo album, in uscita il prossimo 12 luglio, che segue, a otto anni di distanza, la pubblicazione di ‘Fratamme’.
“Io sono tutto fuso con qualsiasi cosa. Tutto ciò che vedo – sottolinea – mi spinge a fondermi con esso, che sia un linguaggio, che sia una cultura che sia uno stile. Questa politica ha sempre accompagnato la mia vita e spero si senta fuori”.
Quelli di ‘Sto tutto fusion’ (etichetta indipendente Jesce Sole, distribuzione Goodfellas Roma/Believe) non sono brani di sola contaminazione ma il frutto di una vera e propria fusione di generi e linguaggi in grado di generare qualcosa di nuovo ma allo stesso tempo riconoscibile. “Ci siamo divertiti nel registrare il disco”, confessa Merolla.
L’album è frutto anche di “immediatezza e improvvisazione” ma guai a considerarlo semplicemente un album di percussioni. In ‘Sto tutto fusion’ dieci brani raccontano di un Ciccio Merolla sempre più autore dove la magia generata dalle sue mani sugli strumenti più diversi si fonde alle parole cantate dallo stesso Merolla e da PeppOh, una delle voci più interessanti dell’intera scena musicale napoletana. Nella sola ‘Stai fusion’ si sommano anche Brunella Selo, Annalisa Madonna e Fabiana Martone.
Anche in questo nuovo album Merolla non tradisce la sua vena “politica” e la sua filosofia di vita raccontate con umorismo e dissacrazione. Brani che ti ‘prendono’ per il ritmo travolgente delle percussioni ma che, ad un ascolto attento, ti ‘costringono’ a riflettere.
“Per me la vita – spiega ancora alla Dire il percussionista – è fatta di esseri umani, esseri viventi e tutti sono interconnessi tra di loro. Non so se si tratta di un disco politico. Sicuramente si tratta di un disco ‘umano’ per quanto mi riguarda. Se dall’umanità può nascere la politica è una cosa che mi fa piacere perché vuol dire che è una politica sana. Ho idea, purtroppo, che molte persone intendono la parola politica come insana e fuori dalla società. Invece la società è proprietaria e padrona della politica e non è che il politico è proprietario di qualche cosa”.
Ai brani cantati rigorosamente in napoletano, fa eccezione “A tempo” dove al dialetto si amalgamano frasi in italiano, si sommano due perle strumentali “Il Campanello” (scatenatissima cumbia) e “Bedroom” (sensuale, agrumato intreccio di Sicilia e Medio Oriente).
Il disco si chiude con “Mpasta”, adattamento in lingua napoletana, di “Mustt Mustt” di Nusrat Fateh Ali Khan, in cui il rito della preparazione del casatiello (tipica pizza rustica napoletana, ndr) ricco di diversi ingredienti presenti nell’impasto, è la metafora della ricchezza culturale che avviene attraverso l’incontro di popoli e di culture diverse, tema molto caro al musicista partenopeo.
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