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Anonimo filantropo regala Tac da un milione di euro al Rizzoli di Bologna

C'è anche un'altra donazione: grazie a una raccolta fondi, arriverà al Rizzoli un nuovo dispositivo di diagnostica per immagini a fluorescenza

Pubblicato:05-03-2024 14:13
Ultimo aggiornamento:05-03-2024 14:13

ospedale rizzoli
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BOLOGNA – Un anonimo benefattore, che di tasca propria regala una Tac all’avanguardia per la chirurgia vertebrale e oncologica. E una raccolta fondi, con cui donare lo strumento mancante per diventare il primo centro regionale per la chirurgia del linfedema. Insomma, si potrebbe dire che l’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna scarta in anticipo le sorprese di Pasqua. Le due donazioni, presentate oggi in conferenza stampa, arrivano dalla Fondazione Rizzoli.

Nei giorni scorsi è già stata consegnata all’ospedale una sofisticata Tac intraoperatoria, del valore di oltre un milione, acquisita dalla Fondazione grazie alla generosità di una sola persona, che ha preferito non apparire pubblicamente. “Posso solo dire che è un filantropo- spiega la presidente della Fondazione Rizzoli, Federica Guidi– una persona che io stimo molto, che nella vita ha fatto tante cose e che sono sicura continuerà a farne. Una persona che crede sia giusto restituire al suo Paese un po’ di ciò che ha ricevuto“. La nuova Tac, che si va ad aggiungere ad altri due robot chirurgici, è uno strumento di precisione e servirà per ridurre al minimo i rischi negli interventi vertebrali e oncologici, aiutando gli specialisti del Rizzoli a evitare di danneggiare tessuti delicati. “Il Rizzoli ora è al massimo della tecnologia al mondo e al massimo della precisione durante l’intervento”, afferma Alessandro Gasbarrini, responsabile della chirurgia vertebrale dello Ior.

La seconda donazione, fatta grazie a una campagna di crowdfunding con la Lega italiana per la lotta al linfedema (Lill), riguarda un nuovo dispositivo di diagnostica per immagini a fluorescenza (valore 120.000 euro). Di fatto, l’ultima tessera del puzzle che consentirà ora al Rizzoli di ambire al riconoscimento di Centro regionale per la chirurgia del linfedema.


In Emilia-Romagna esiste già una rete di centri che si occupano della terapia del linfedema, ma solo dal lato riabilitativo. In Italia ad oggi solo Liguria e Lazio sono attrezzate per le operazioni chirurgiche su questa alterazione al sistema linfatico, che spesso si sviluppa come complicanza degli interventi su pazienti oncologici. “E’ una patologia sommersa, ancora poco nota ed estremamente invalidante- spiega Marco Innocenti, direttore della clinica IV ortoplastica del Rizzoli- ma i pazienti difficilmente trovano risposta. Ora siamo nelle condizioni di poterli trattare e siamo contenti di iniziare questa attività in Emilia-Romagna“. I primi casi da sottoporre a intervento sono già stati selezionati, aggiunge il direttore dello Ior, Anselmo Campagna. “Da oggi l’Emilia-Romagna si arricchisce di una nuova competenza, che risponderà alle esigenze dei pazienti anche da fuori regione”, sottolinea Campagna. Soddisfatto l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini. “La Fondazione Rizzoli parla poco ma fa molto- plaude- e oggi ne abbiamo una ulteriore testimonianza”. L’Emilia-Romagna, continua l’assessore, “continua a investire sulla sanità pubblica”. E la Regione è “al fianco e a difesa di questo sistema di eccellenze professionali, relazioni, ottima organizzazione e grande sviluppo tecnologico. La salute- sostiene Donini- deve essere il primo investimento del Paese e noi diamo l’esempio. Abbiamo sostenuto in questi anni uno sforzo enorme per tenere in piedi il servizio sanitario regionale, spesso sostituendoci allo Stato”. Per questo, manda a dire l’assessore, “rivolgiamo ancora oggi un appello al Governo perchè raccolga il grido di allarme delle Regioni”.

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