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Cuchel: “Dalla riforma del fisco varata dal governo ci aspettavamo di più”

Presidente dell’Associazione nazionale commercialisti nel corso del Cnpr forum 'Quale sarà il rapporto tra Fisco e contribuenti?'

Pubblicato:04-12-2023 13:04
Ultimo aggiornamento:05-12-2023 11:51
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NAPOLI – “Il futuro della nostra professione passa per scelte del governo che devono essere più coraggiose e maggiormente a favore dei contribuenti, riequilibrando i rapporti dei professionisti e dei loro clienti con il Fisco. Ci aspettavamo di più, in questo senso, dalla riforma del fisco varata dal governo Meloni. Abbiamo espresso perplessità sul riordino del calendario fiscale che continua a sovrapporre diverse scadenze che mettono in difficoltà i professionisti e i contribuenti. In quest’ottica avevamo chiesto lo spostamento della seconda rata della rottamazione quater per venire incontro alle esigenze di migliaia di imprese. Si tratta del 10% dell’intero debito che era in sovrapposizione con altre scadenze come l’acconto delle tasse di novembre. Altro passo importante è l’avvio del percorso di costituzionalizzazione dello Statuto del Contribuente, un passaggio che finalmente riconoscerebbe pari dignità nel dialogo tra amministrazione finanziaria e cittadini”. Sono le proposte rilanciate da Marco Cuchel, presidente dell’Associazione nazionale commercialisti, nel corso del Cnpr forum ‘Quale sarà il rapporto tra Fisco e contribuenti?’, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.

LA VOCE DEI PROFESSIONISTI

“Il Pil italiano aumenterà dello 0,7% – ha sostenuto Enrico Terzani, presidente dell’Odcec di Firenze – un dato modesto che però testimonia che esiste un tessuto industriale che lentamente si sta riprendendo. Bisogna allora essere ottimisti perché lo sviluppo economico produrrà opportunità di crescita anche per noi”.

Sul rapporto con Governo e Parlamento si è soffermata Marcella Caradonna, numero uno dei commercialisti di Milano: “Il rapporto con le istituzioni deve essere sinergico, dobbiamo essere ascoltati di più prendendo atto del fatto che i professionisti sono sia interpreti delle volontà politiche del legislatore che delle esigenze di cittadini e imprese“.


Del nuovo fisco ha parlato anche Massimo Miani (past president Cndcec): “Questa riforma fiscale per ora ha solo enunciazioni. Il rapporto fisco-contribuente non dovrebbe dipendere dalle risorse ma spesso il gettito e il suo recupero vanno al di là delle vere ragioni poste dall’Agenzia delle Entrate“.

Sul futuro della professione Claudio Siciliotti (past president Cndcec) ha le idee chiare: “Viviamo costantemente momenti di difficoltà economica. In questo quadro dobbiamo essere noi a parlare alla gente e alla politica, proponendoci come interlocutori per scrivere una vera riforma fiscale“.

Gerardo Longobardi (past president Cndcec) si è soffermato sulle aggregazioni tra professionisti: “Sono fermamente convinto che la nostra professione abbia un futuro. Credo nelle aggregazioni tra professionisti che valorizzino le forti competenze che abbiamo per ciascuna delle attività che svolgiamo”.

Il supporto alle professioni delle nuove tecnologie è stato sottolineato da Mario Pedrazzini, vicepresidente di Assosoftware: “Nella legge delega ci sono novità apprezzabili ed elementi che richiedono una declinazione pratica e operativa affinché diventi un modello di semplificazione per fisco e contribuenti. Noi daremo strumenti che sono garanzia di compliance e di supporto per i professionisti che vedranno sulle loro scrivanie importanti carichi di lavoro”.

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