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VIDEO | Faroni (Aiop Lazio): “Sogno un sistema della salute oltre i confini pubblico-privato”

"Collaborazione e programmazione con la Regione, Zingaretti ricordi i nostri sacrifici"

Pubblicato:04-12-2019 13:58
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:42

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ROMA – Più servizi, investimenti nella ricerca, valorizzazione delle risorse umane e un aperto confronto con le istituzioni. Questa è la mission di Aiop, presente in tutta Italia e nel Lazio naturalmente. Per tracciare il profilo di Aiop Lazio, i suoi obiettivi per il nuovo anno ma anche le emergenze che la regione e i suoi cittadini vivono ogni giorno e le possibili soluzioni, l’agenzia di stampa Dire ha intervistato Jessica Faroni, presidente di Aiop Lazio.

– L’ospedalità privata garantisce il 26,5% delle prestazioni in Italia, ma incide sulla spesa pubblica solo per il 13,5%. Questa la fotografia nazionale restituita dal primo bilancio sociale aggregato di Aiop. Quali sono invece i numeri che interessano l’Aiop Lazio da lei presieduta?


“Nel Lazio la presenza delle strutture private sale al 30%. Siamo dunque molto presenti e incidiamo sulla spesa solo per il 14%. Per coloro che non sono del settore, volendo esemplificare, è come se un’operazione di appendice nel privato costasse la metà rispetto al pubblico. Noi privati eroghiamo molte prestazioni a minor costo e con la stessa qualità in quanto siamo sottoposti agli stessi controlli del pubblico”.

– L’accordo sul Patto per la Salute, in dirittura d’arrivo, prevede diverse misure tra cui: un piano di potenziamenti dei Lea, l’innalzamento del tetto di spesa per il personale, la revisione dei ticket e dei fondi integrativi. Qual è la sua lettura e quali saranno le ricadute sul privato accreditato?

“Personalmente temo sempre i grandi annunci. Spero sinceramente che questa volta il Patto della Salute sia stato concepito da un addetto ai lavori, da qualcuno che abbia davvero compreso quali siano le problematiche della popolazione. Per quanto riguarda i Lea sicuramente c’era da fare qualcosa, va bene rivedere i ticket a patto che non si tolga qualcosa da un’altra parte, per non parlare poi dei fondi integrativi. Ci sono diversi problemi quali per esempio il rinnovo del contratto di lavoro nel settore sanitario nel privato. Ci sono alcune regioni, come la Lombardia, che se lo possono permettere perché hanno potuto accedere ai rimborsi dei fuori regione perché curavano appunto pazienti provenienti da altre zone del Paese. Questo però non accade per il Lazio dove abbiamo avuto il blocco dei fuori Regione per otto anni e Zingaretti fece 5 anni fa un accordo con me che ero già Presidente dell’Aiop Lazio. Si parla però di un decimo rispetto alla Lombardia che si trova 400 milioni di euro in più con cui può rinnovare anche il contratto. Noi nella nostra regione questo non possiamo farlo, non perché Nicola Zingaretti non abbia voluto ma perché non ha potuto perché la Regione era in piano di rientro”.

– A questo proposito, Zingaretti ha annunciato che l’uscita della Regione Lazio dal commissariamento è vicina. Lei ha già dichiarato che come ospedalità privata in questi anni avete resistito ai tagli e ora auspicate una collaborazione. Cosa si aspetta?

“Il settore privato ha subito dei tagli incredibili, basti pensare solo alla riabilitazione che ha subito una diminuzione pari al 40% dei budget e una sforbiciata del 23% per quanto riguarda gli acuti. Le ripercussioni sono note all’opinione pubblica non solo dalla stampa ma anche vivendo da vicino la situazione: ad esempio se si ha una persona anziana in casa o se si va al Pronto Soccorso e si trova una fila terribile. I tagli hanno prodotto enormi disagi alla popolazione e hanno generato un modello negativo di erogazione di prestazioni sanitarie. Se si taglia ma non si trova un sistema alternativo è impossibile offrire servizi di qualità”.

– Lei è al comando di Aiop Lazio da 10 anni. Come donna ha trovato delle difficoltà e diffidenze da parte dei suoi colleghi maschi?

“Devo confessare che non mi sono mai posta il problema uomo- donna primo perché da medico sono abituata a pensare alle persone a prescindere dal sesso. Forse davanti ad alcune situazioni ho avuto il dubbio che l’essere donna abbia avuto un peso diverso ma la cosa più importante è che ho dei collaboratori, a volte anche più grandi di me, che stimo e loro allo stesso modo mi rispettano. Tutto ciò va oltre la questione di genere”.

– Quali sono gli obiettivi dell’Associazione per il 2020?

“Come Aiop ho molti obiettivi e speranze. Speranze di poter collaborare nella programmazione della nostra Regione. Il privato è una grande risorsa, noi siamo sul campo e vediamo quali sono le problematiche. Penso ad esempio alle liste d’attesa, noi come privato abbiamo messo a disposizione l’80% dei posti letto per acuti per venire incontro alle esigenze dei Pronto soccorso, che significa che se si va al Pronto soccorso i nostri posti sono disponibili per i pazienti. Questo non deve far parte di un singolo accordo ma di una programmazione ben precisa. Tanto per fare un esempio, se c’è un paziente affetto da fibrillazione atriale, patologia diffusa tanto negli anziani quanto nei giovani, non si può aspettare che si faccia un ricovero per acuti in Pronto soccorso. Dunque si deve guardare di più all’elezione e alla prevenzione e tutto ciò si può ottenere solo attraverso una collaborazione con la Regione. Io vorrei come ‘sogno’ non sentire più parlare di pubblico e privato ma di un sistema salute condiviso dove tutti lavorino per uno stesso obiettivo”.

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