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FIRENZE – Confini più larghi per l’applicazione delle tutele e un’attenzione primaria dedicata alla lotta ai cambiamenti climatici. Sono questi i due tratti distintivi e le innovazioni di rilievo che caratterizzano il nuovo piano di gestione dell’area Unesco, firmato dall’amministrazione comunale. Un lavoro che gli uffici di palazzo Vecchio e la Giunta comunale hanno condiviso con una pluralità di soggetti e associazioni. Il risultato viene rivendicato, adesso, con fierezza dall’assessora all’Urbanistica, Cecilia Del Re, che nel corso di una conferenza stampa prova a sintetizzare i pilastri dello strumento di pianificazione. Anzitutto i confini vengono allargati a comuni e aree limitrofe tramite la buffer zone. A sua volta la cosiddetta core zone, coincidente proprio col centro storico patrimonio Unesco, viene estesa anche ai viali di circonvallazione, ai giardini delle Rose e alla basilica di San Miniato. “È una novità che comprende le greenways, un fatto importante anche dal punto di vista geografico- sottolinea l’assessora- particolare attenzione viene poi data ai temi ambientali del cambiamento climatico e della sicurezza idraulica. Proprio per questo motivo abbiamo voluto presentarlo in occasione della commemorazione dell’alluvione di Firenze. È un piano che mette in rilievo, in particolare, la valutazione di impatto. Ogni atto della pubblica amministrazione dovrà contenere la conformità rispetto al piano di gestione per la tutela del sito Unesco”.
Tale vaglio preventivo, fa notare Del Re, “ha già avuto un ruolo determinante nell’ambito del concorso per lo stadio”. Dal punto di vista prettamente di tutela del paesaggio, inoltre, “avvertiamo sempre di più la necessità di trovare un contemperamento fra i residenti in centro storico e la pressione antropica dei turisti– prosegue ancora l’assessora- è l’altro grande tema che permea il nuovo piano di gestione, che è anche frutto dell’ascolto con tante associazioni e con un comitato di pilotaggio che ha visto la soprintendenza e il ministero della Cultura prendere parte attiva”.
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