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Allarme inquinamento luminoso, Italia maglia nera: ora rischia anche l’oasi di Manciano

La quantità di luce artificiale è molto superiore rispetto a quella degli altri Paesi. L'unica zona davvero buia è minacciata da un impianto eolico

Pubblicato:04-09-2023 12:40
Ultimo aggiornamento:04-09-2023 12:48

mappa inquinamento luminoso
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ROMA – I cieli d’Italia non godono di buona salute. Colpa dell’inquinamento luminoso: troppa luce artificiale che dal suolo sale verso l’alto oscura la volta celeste. Questo crea problemi seri agli astronomi, ma ne risente anche la Natura. Sui cieli d’Italia incombe il triplo della quantità di luce che c’è a Berlino, per esempio, e siamo maglia nera tra i Paesi del G20. Campioni del mondo, sì, ma di scelleratezza,  sostiene  l’astrofisico Gianluca Masi, fondatore del Virtual Telescope Project, il quale, intervistato dall’Agenzia Dire, solleva anche il caso di Manciano, piccola oasi incontaminata e buia della Maremma, paradiso degli amanti del cielo, che ora rischia di sparire per la costruzione di un impianto eolico. 

IL CASO DI MANCIANO, NELLA MAREMMA GROSSETANA

“Pur  detenendo tristemente questo record di campione assoluto in fatto di inquinamento luminoso, il nostro Paese ci riserva una sorpresa: c’è un’area sulla penisola italiana che appare miracolosamente illesa dal punto di vista dell’inquinamento luminoso. Parliamo del comune di Manciano, della porzione meridionale della Maremma grossetana- spiega Masi, parlando con la Dire-. Là,  non a caso grazie a quel cielo incontaminato, esiste una fervente attività di studio dell’universo, di ricerca astronomica e di attività di divulgazione scientifica. Si tratta di un’area fortunata anche dal punto di vista del turismo astronomico. Purtroppo su quell’oasi, che torno a dire in Italia non ha eguali, incombe un serio pericolo: c’è l’idea infatti di installare proprio a Montauto, nel cuore di questa preziosa oasi amica delle stelle, un importante impianto eolico. Io sono un  sostenitore assoluto della transizione ecologica e delle tecnologie che l’agevolano,  a cominciare dagli impianti di questo tipo. Tuttavia in questo caso proprio se si vuole onorare al meglio e al massimo la necessità di questa transizione, ritengo che sia stato sbagliato il luogo perché questo impianto inevitabilmente impatterà su quelle caratteristiche che rendono l’area di Manciano, l’area di Montauto, un luogo irripetibile in Italia. Ecco, auspico che ci sia un ripensamento. Auspico che si arrivi alla decisione di trasferire altrove l’impianto, in un luogo dove l’impatto ambientale sia minore o nullo. Sarebbe francamente un grave peccato perdere l’area più buia e più stellata del Bel Paese. Speriamo che almeno stavolta le stelle sappiano convincere, sappiano ispirare un ripensamento importante”.

Il resto del Paese, come detto, non se la passa bene. L’inquinamento luminoso è consistente ed aumenta anche a causa dell’affollamento dell’orbita bassa terrestre, dove transitano numerosi satelliti, ben visibili a chi ha l’abitudine di scrutare il cielo. Tutti ostacoli per una corretta osservazione del cielo


COSA FARE PER RIDURRE L’INQUINAMENTO LUMINOSO

“Purtroppo l’Italia è ingloriosamente campione del mondo in questa scelleratezza dell’inquinamento luminoso. Nel gruppo dei G20 l’Italia, a onor del vero in compagnia della Corea del sud, è in assoluto il Paese meno virtuoso, tra  i più inquinati da questo punto di vista, sperperando verso l’alto ogni anno centinaia di milioni di euro. Eppure basterebbe poco per rimediare, magari riducendo l’oggettiva eccessiva quantità di luce che c’è nelle nostre metropoli. Pensate che nelle città italiane c’è grossomodo il triplo della quantità di luce che troviamo nelle strade di Berlino, tanto per fare un riferimento non troppo lontano da noi. Il mercato mette a disposizione tecnologie utilissime, magari gli impianti di illuminazione pubblica dopo una certa ora potrebbero spegnersi al 50% o comunque ridurre il flusso in considerazione del fatto che ovviamente l’utenza è minore se non nulla in certe ore della notte, soprattutto in inverno.  Basterebbe davvero poco il costo per questi adeguamenti  sarebbe irrisorio addirittura in molti casi nullo, tanto che viene da chiedersi cosa stiamo aspettando per mettere mano a questo annoso e grave problema quasi esclusivamente italiano”, ragiona Masi. 

In Italia, spiega l’astrofisico, non esiste una legge nazionale per normare il tema della contaminazione luminosa. Ci sono, tuttavia, diverse leggi regionali dedicate, che permettono in parte di arginare il fenomeno. 

“Naturalmente- spiega l’astrofisico- sta anche ai cittadini, se appassionati del cielo, segnalare alle autorità preposte, molto spesso la polizia locale,  contribuendo con questo senso civico al rispetto di queste normative ed è davvero essenziale perché così si contribuisce anche al blasonato risparmio energetico. Paradossalmente la risoluzione e/o riduzione dell’inquinamento luminoso darebbe rapidamente, senza l’Impiego di risorse, senza spese significative, un contributo fondamentale nella direzione del risparmio energetico”. 

Insomma, il futuro passa anche da qui: meno luci, più cieli liberi. Meno inquinamento, più risparmio. 

“In tempi in cui si ragiona, vivaddio seriamente, sulla transizione ecologica, sulla messa in sicurezza al meglio, naturalmente dell’ambiente, è fondamentale riflettere anche sulla salvaguardia della purezza del cielo notturno, ovvero sulla limitazione dell’inquinamento luminoso. Poter apprezzare la bellezza del cielo- conclude Masi- senza l’eccessiva marea di luce invasiva che dall’alto delle nostre città sale verso il cielo, è importante da un punto di vista culturale, ci ricollega a un paesaggio che per millenni è stato essenziale per i nostri antenati, ci permette di apprezzare il teatro del Cosmo, il firmamento oggetto di studio di una delle scienze più estreme, e ci permette appunto di studiarlo al meglio: perdere il patrimonio del cielo significa rinunciare a una profondità culturale e scientifica e umana straordinaria“.

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