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Uso del suolo, Snpa: “Male i capoluoghi, Roma capitale europea delle voragini”

Tra i problemi comuni a tutte le realtà analizzate spicca la fragilità del territorio

Pubblicato:04-07-2022 12:07
Ultimo aggiornamento:04-07-2022 12:07

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ROMA – In Italia “c’è ancora molto da fare in ambito cittadino se si parla di fragilità del territorio e uso corretto del suolo: la popolazione residente in aree a rischio idraulico medio varia significativamente dalle 191 persone di Potenza a quasi 183 mila di Firenze, mentre il consumo di suolo avanza senza sosta in quasi tutti i capoluoghi e le infrastrutture verdi non segnalano incrementi significativi”.

A questi problemi si aggiunge anche “il rischio sinkholes (o sprofondamenti) ormai presente in quasi tutte le città italiane con Roma che, con un totale di 1.088 eventi dal 2010 al primo semestre del 2021, si conferma la capitale italiana ed europea delle voragini“. Lo dice il Rapporto SNPA ‘Città in transizione: i capoluoghi italiani verso la sostenibilità ambientale’ che, per la prima volta, presenta una lettura dei trend ambientali delle 20 città capoluogo e Bolzano, nell’arco temporale di 5 anni.

I SINKHOLES

Tra i problemi “comuni a tutte le realtà analizzate” spicca “la fragilità del territorio“, rischio a cui si aggiunge in diversi comuni anche quello dei sinkholes, gli sprofondamenti improvvisi del terreno. “Torino, Milano, Genova e Bologna, nel nord del paese, Roma e Perugia nel centro, Cagliari, Napoli, Bari e Palermo nel Sud hanno fatto registrare il numero più elevato di questi eventi nell’ultimo decennio”, ma “con 100 eventi l’anno di media”, come detto, è Roma ad aver conquistato il poco ambito titolo di capitale delle voragini d’Italia e d’Europa.


IL CONSUMO DEL SUOLO

Sul fronte del consumo di suolo “luce rossa per molti dei comuni analizzati sul fronte della percentuale di suolo consumato sul territorio comunale”, spiega il rapporto SNPA. Nel quinquennio analizzato (2016-2020) “L’Aquila si attesta attorno al 5%, la più bassa percentuale tra i capoluoghi di regione, mentre con il 66% è Torino a detenere il valore massimo del campione, indice di una configurazione spaziale tendente alla saturazione, seguita da Napoli con il 62%”. Si riscontra però “una generale tendenza all’incremento del suolo consumato su territorio comunale, con valori più o meno elevati nel tempo e situazioni di sostanziale stabilità, in particolare per i comuni di Aosta, Genova, Trento, Trieste, Bologna, Perugia, Ancona, L’Aquila, Campobasso”.

L’IMPERMEABILIZZAZIONE DEL SUOLO

C’è poi il tema dell‘impermeabilizzazione dei suoli, determinata ad esempio dalla copertura dei terreni con materiali di cemento o asfalto, che “è una delle più grandi problematiche delle città moderne– segnala SNPA- dove alla ridotta capacità di assorbimento del suolo si combinano gli effetti delle precipitazioni sempre più frequenti e intense conseguenti ai cambiamenti climatici”. Superfici in asfalto o calcestruzzo, inoltre, contribuiscono all’amplificazione dell’effetto denominato “isola di calore urbano” nei centri urbani “dove le temperature sono superiori anche di 4-5 gradi rispetto alle zone periferiche”. Nel periodo 2015-2020 “è di gran lunga Roma a far registrare il più elevato valore complessivo di impermeabilizzazione di aree naturali e seminaturali (circa 96 ha), seguita da Venezia e Bari unici comuni, oltre alla capitale, a superare i 20 ha nel periodo (28 e 22,2 ha rispettivamente) e da Torino (14,8 ha circa) e Perugia (11,4 ha circa)”.

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