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A Bologna il pronto soccorso per Fido e Fufi resta aperto anche per il 2017

La struttura funziona grazie ad un accordo tra Città metropolitana, Ausl e facoltò di Veterinaria: nel 2016 ha curato 55 animali

Pubblicato:04-04-2017 13:31
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:05

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BOLOGNA – Il pronto soccorso per cani e gatti vittime di incidenti stradali, che nel territorio bolognese l’anno passato si è occupato di 55 animali, prosegue la sua attività anche nel 2017. E’ stato infatti rinnovato l’accordo della Città metropolitana con Ausl e Dipartimento di Medicina veterinaria dell’Università e la convenzione con le associazioni di volontariato Enpa (sezione di Bologna) e Bolognazoofila. In base all’accordo, 24 ore su 24, il servizio veterinario dell’Ausl garantirà il primo soccorso, il Dipartimento svolgerà il servizio tramite l’ospedale veterinario di Ozzano e le associazioni di volontariato si occuperanno del trasporto. Il nuovo Codice della strada, tra l’altro, ha reso obbligatorio soccorrere gli animali vittime di incidenti, assicurando un intervento tempestivo. Nel caso ci si trovi in una situazione del genere bisogna chiamare direttamente il Servizio veterinario dell’Ausl o le forze dell’ordine. Quello che va assolutamente evitato è trasportare di propria iniziativa l’animale da un veterinario. Ulteriori informazioni, compresi numeri di reperibilità delle Ausl veterinarie del territorio, sono disponibili sul portale www.canigattienoi.cittametropolitana.bo.it.

La consulta

Intanto, ieri sera a Casalecchio di Reno si è riunita per la prima volta la consulta ambientale, animali ed energia (nata con l’ok del Consiglio comunale il 16 marzo), che ha eletto presidente e vice. Il primo è Michele Vignodelli del Wwf, il secondo Massimo Brini delle Gev. “La consulta sarà partner del Comune nel delineare linee guida e proposte sui temi ambientali, dal verde, alle energie rinnovabili, dalla gestione consapevole dei rifiuti in un’ottica di riuso, ai diritti e al benessere degli animali”, commenta l’assessore all’Ambiente Barbara Negroni.

di Angela Sannai, giornalista professionista


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