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Ira Sachs a Roma per ‘Passages’: “Non è un manifesto della fluidità”

Dal 17 agosto nelle sale con protagonisti Franz Rogowski, Ben Whishaw e Adele Exarchopoulos

Pubblicato:03-07-2023 18:07
Ultimo aggiornamento:03-07-2023 18:07

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ROMA – “Non è un manifesto sulla fluidità, ma è lo sguardo su un cambiamento generazionale che permette di vedere i rapporti umani in modo diverso“. Così Ira Sachs ha presentato a Roma ‘Passages’, dal 17 agosto in sala con Mubi e Lucky Red. Un film “rischioso, pensato prima del primo lockdown. In quel periodo ho sentito addosso l’insicurezza del cinema per questo ho sentito l’urgenza di fare un film sui rischi”.

PASSAGES, DI COSA PARLA IL FILM

Ambientato nella Parigi contemporanea, ‘Passages’ descrive una continua lotta di desiderio tra tre persone dove la felicità è appena fuori portata. Con una fotografia raffinata e interpretazioni oneste e ricche di sfumature, Sachs ha creato un dramma intimo che esplora le complessità, le contraddizioni e le crudeltà dell’amore e del desiderio. Il regista Tomas (interpretato da Franz Rogowski, che ha ispirato il regista per questo film) inizia in maniera impulsiva un’intensa relazione con una giovane insegnante, Agathe (interpretata da Adèle Exarchopoulos). Per Tomas, la novità di stare con una donna è un’esperienza eccitante che desidera approfondire, nonostante il suo matrimonio con Martin (interpretato da Ben Whishaw). Quando anche Martin inizia ad avere una relazione extraconiugale, il lunatico Tomas torna a rivolgere le sue attenzioni verso il marito.

PASSAGES, IL REGISTA IRA SACHS: “HO PRESO ISPIRAZIONE DA MOLTI VISCONTI E PASOLINI”

Fluidità, corpi bellissimi che si uniscono e si distaccano rompendo un tabù ancora troppo grande nel cinema: il sesso tra due uomini. “In passato eravamo molto meno repressi. Pensiamo che con il progresso le cose migliorino e diventiamo più aperti, ma non è così. Per fare questo film – ha raccontato Sachs – sono dovuto tornare agli Anni 70 e 80 ispirandomi ai film di Luchino Visconti come ‘L’innocente’, ma anche ad ‘Accattone’ di Pasolini: film trasparenti n cui non c’era il senso della vergogna e del peccato“.


PASSAGES, IL REGISTA IRA SACHS: “QUESTO FILM È UN PASSAGGIO CHE CI PERMETTE DI VEDERE I RAPPORTI UMANI IN MODO DIVERSO”

Le scene di sesso “non si possono scrivere. Puoi creare il quadro, ma poi sta agli attori dare la loro interpretazione. Il mio lavoro è quello di creare una zona comfort e con dei limiti, poi si lascia spazio all’interpretazione. Io creo questa tensione iniziale e poi lascio loro liberi di esprimersi”.

‘Passages’ “è un film sull’intimità, sugli attori e sui rischi. Ho voluto raccontare lo stesso sentimento – ha ricordato Sachs – che io avevo provato guardando Laura Antonelli nel film ‘L’innocente’ di Visconti. Tomas (Rogowski, ndr) è un personaggio che si muove in base al desiderio. C’è un divario tra quello che lui ha e quello che vorrebbe avere. Lui è un regista che ha il potere ma, al tempo stesso, è spinto dalla ricerca del piacere. E c’è anche il mio desiderio di soddisfare gli spettatore nelle luci, nei costumi, nella fotografia e in tutti i dettagli”.

‘Passages’ non pone l’accento sull’identità sessuale o sulla fluidità. “È una storia che può essere letta in tanti modi, io non volevo lanciare nessun messaggio”, ha sottolineato il regista (sposato con il pittore Boris Torres, insieme genitori di due gemelli Felix e Viva), che ha concluso: “questo film è un passaggio che ci dà la possibilità di vedere i rapporti umani in modo nuovo e diverso“.

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